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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Maltempo, Monti Dauni allo stremo: strade impraticabili e comuni isolati

Da Troia ad Alberona, da Faeto a Roseto Valfortore, da Castelluccio Valmaggiore a Biccari, da Orsara a Celle San Vito, la fotografia dei Monti Dauni è di un territorio isolato e abbandonato dalla Provincia

Scuole chiuse, paese bloccati per l’impraticabilità delle strade provinciali – in alcuni casi unici sbocchi per il transito del 118 – fiumi esondati, corsi d’acqua otturati, campi allagati, frane, smottamenti e aziende agricole isolate e sommerse dal fango e dai detriti. E’ questa la fotografia dei comuni del Subappennino Dauno, da Troia ad Alberona, da Faeto a Roseto Valfortore, da Castelluccio Valmaggiore a Biccari, da Orsara di Puglia a Celle San Vito.

Tra le arterie pericolose e al limite della percorribilità quelle che collegano Troia a Foggia e Lucera, Biccari a Castelluccio, Roseto, Lucera e Casalnuovo Monterotaro. In mattinata lo sfogo del primo cittadino di Orsara, che nel tirare i numeri di questa emergenza, ha puntato il dito contro l’Ente di Piazza XX Settembre: “Provincia di Foggia del tutto assente, situazione inaccettabile”

Di fronte a questa ennesima, drammatica emergenza,  le amministrazioni comunali stanno approntando i primi, sommari interventi con mezzi propri, assolutamente inadeguati e insufficienti. Per citare solo un caso specifico, dal 14 il Comune di Biccari attraverso ditte locali sta cercando di provvedere alla rimozione di fango e pietre, alla riparazione di reti idriche danneggiate, alla pulizia di canali ed alvei, al ripristino della viabilità rurale per case isolate, con una spesa stimata in almeno 50 mila euro: tuttavia sono numerosi i siti in cui non è stato possibile ancora intervenire (la strada Biccari – Lago, finanziata con il PSR Misura 125 ed attualmente in fase di cantierizzazione, è stata letteralmente spazzata via nella parte non ancora completata) sottolinea Giannicola De Leonardis.

Secondo il consigliere regionale e capogruppo di NCD-Area Popolare, “diventa più che mai necessario affrontare e superare la fase dell’emergenza attraverso l’auspicabile stanziamento di adeguate risorse da parte della Regione Puglia, approntare un piano straordinario per la messa in sicurezza del territorio, la pulizia dei canali, la sistemazione delle strade e delle cunette ed il potenziamento delle strutture di protezione civile comunale, provinciale e regionale, uscendo dal rimpallo di responsabilità e deleghe assegnate e mancate tra Regione e Provincia”

Conclude il consigliere regionale foggiano: “Bisogna aprire una verifica seria sulle politiche in materia di dissesto idrogeologico finora operate sul territorio, sugli interventi attuati nel recente passato e sui risultati concreti derivanti: una verifica più che mai doverosa, alla luce della sempre più limitata disponibilità di risorse a disposizione, e del puntuale ripetersi di eventi che riportano il Subappennino ogni volta sempre e solo al punto di partenza, nonostante i milioni di euro investiti”

Queste invece le dichiarazioni di Umberto Porrelli, presidente Alpaa Cgil di Capitanata: " A due anni dall’ultimo evento, quando l'Alpaa denunciò la precaria situazione del territorio e del suo assetto idrogeologico, quando denunciammo la scarsa manutenzione ordinaria che compete agli enti provinciali, nulla è cambiato. L'Alpaa è vicina ai tanti cittadini che stanno vivendo questa catastrofe, e alle aziende agricole che oggi stanno lavorando per cercare di tamponare e ovviare ai danni che hanno ricevuto.  Chiediamo il riconoscimento dello stato di calamità e auspichiamo che il presidente della Provincia convochi con urgenza un tavolo con le categorie datoriali per avviare un momento di confronto".

Così il sindaco di Casalvecchio di Puglia, Andreano Noé: “Cosa ci vorrà mai per far capire a chi fa i bilanci come investire i nostri soldi! Ogni strada dei Monti Dauni ha esattamente lo stesso problema: nessun sistema di smaltimento dell'acqua. Chiamatelo dissesto idrogeologico oppure mancanza di manutenzione o altro ma il risultato è questo. Siamo allo stremo”


 

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