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Cronaca Monte Sant'Angelo

Guerra di mafia sul Gargano: tanti clan e gruppi criminali, sangue per il predominio degli affari sporchi sul Promontorio

La relazione della Direzione Investigativa Antimafia del primo semestre 2019 per quanto riguarda il promontorio del Gargano

La Direzione Investigativa Antimafia, nella relazione del primo semestre del 2019, fotografa così la situazione della criminalità sul Promontorio del Gargano dove è in corso una violenta guerra tra i clan Romito e Li Bergolis e tra i Perna e i Raduano a Vieste.

"Lo scenario criminale del Gargano continua ad essere contraddistinto da una forte instabilità sulla quale incide in modo determinante la cruenta contrapposizione tra i clan Romito e Li Bergolis, che si riverbera su tutta la criminalità locale e, in particolare, a Vieste, nella faida tra i clan Perna e Raduano. 

Risultato di quanto detto, nel periodo in esame, sono i ferimenti e i tentati omicidi culminati negli agguati del 21 marzo 2019, a Mattinata, e del 26 aprile 2019, a Vieste - in cui sono stati rispettivamente uccisi il reggente del clan Romito e il capoclan Perna. Il primo era un elemento di spicco dello scenario mafioso del Gargano, come hanno dimostrato le numerose inchieste che lo hanno visto coinvolto ed aveva assunto il ruolo di reggente dei Romito all’indomani della strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017, nella quale era stato ucciso il cugino, boss del sodalizio.

L’uomo era già scampato ad un agguato, il 26 gennaio 2016, evento che coincise con l’inizio dell’escalation della faida di Vieste. Non è da escludere che l’omicidio possa avere una duplice chiave di lettura: da un lato quella riconducibile ad ordinari meccanismi di vendetta, dall’altra, quella che richiama ad una più ponderata strategia del clan Li Bergolis di approfittare delle contingenti difficoltà della cosca avversa per estrometterla dalla gestione delle attività illecite.

Anche il capoclan Perna era già stato oggetto di due tentati omicidi e, oltre a ricoprire il ruolo di vertice del gruppo Perna-Iannoli, era una figura di rilievo dell’intero panorama criminale garganico per la sinergia con il clan Li Bergolis di Monte Sant’Angelo ed il suo reggente.

Proprio i Li Bergolis stanno conservando un ruolo centrale nell’area garganica grazie alla capacità di catalizzare elementi provenienti da altri gruppi dell’area e di conciliare l’ambizione di crescita criminale delle nuove leve con il desiderio di vendetta nei confronti della famiglia Romito indebolita dalle attività investigative e giudiziarie.

Il clan Ricucci-Romito-Lombardi, operante tra i comuni di Manfredonia, Monte Sant’Angelo (frazione di Macchia) e Mattinata, è dedito al traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, rapine ai portavalori e riciclaggio di denaro di provenienza illecita in attività commerciali. Il sodalizio rappresenta il risultato delle rimodulazioni interne realizzate, dopo i cruenti eventi che hanno colpito il clan Romito, con la scalata ai vertici del gruppo dei capiclan Ricucci e Lombardi, nonché di altri elementi di spicco nel territorio di Mattinata, dove da sempre risiede un’importante frangia operativa degli stessi Romito.

La cosca Ricucci-Romito-Lombardi è stata così denominata per la prima volta nel provvedimento cautelare eseguito nei confronti di due elementi apicali della consorteria ritenuti responsabili, a vario titolo ed in concorso, di un omicidio perpetrato a Monte Sant’Angelo, il 21 marzo 2017 (nonché di detenzione e porto illegale di armi, aggravati dall’art. 416bis 1 c.p., e di favoreggiamento personale). 

Le indagini avrebbero chiarito come il movente del delitto fosse da individuare nell’esigenza di ripristinare gli equilibri di forza sul territorio, messi in discussione da una banda di rapinatori, legati ai clan Li Bergolis e Perna-Iannoli di Vieste, che aveva consumato una violenta rapina ai danni di una gioielleria di Monte Sant’Angelo, nonostante questa fosse sotto la protezione dei Ricucci-Romito-Lombardi. Con l’omicidio di uno degli esponenti della banda, i “Manfredoniani” hanno voluto rendere evidente il loro controllo del territorio, ristabilendo la propria posizione negli assetti criminali del Gargano a partire da Monte Sant’Angelo, roccaforte dei Li Bergolis.

Il gruppo è legato ad alcune cosche calabresi ed ha rapporti con i clan Trisciuoglio e Moretti di Foggia, con la malavita di Cerignola ed altri sodalizi del promontorio garganico. In particolare, a Vieste, è schierato a favore dei Raduano, che ne costituiscono un altro braccio operativo. 

Peraltro, negli ultimi mesi il clan è stato duramente colpito da importanti operazioni di polizia proprio nelle sue articolazioni operative di Mattinata e di Vieste. Più nel dettaglio, il 25 gennaio 2019, nell’ambito di un’indagine che ha ricostruito l’asse criminale tra Gargano, basso Tavoliere (Cerignola) e BAT nel settore degli assalti ai blindati, due elementi di vertice del gruppo di Mattinata sono stati arrestati715 perché ritenuti responsabili dell’assalto ad un portavalori compiuto a Bollate (MI), il 15 ottobre 2016.

In connessione con la conclamata contrapposizione tra i Romito ed i Li Bergolis, è da inquadrare anche la cruenta faida di Vieste, tra i Raduano ed i Perna. Nell’ambito dell’operazione “Scacco al Re” eseguita il 3 giugno 2019, sono state ricostruite le responsabilità del capoclan Perna quale mandante del tentato omicidio, del 21 marzo 2018, ai danni del capoclan Radano. L’indagine ha ricostruito il clima di tensione determinato dalla faida tra i clan, in lotta non solo per il controllo delle attività illecite e la gestione delle piazze di spaccio, ma anche per la sopravvivenza stessa dei rispettivi sodali.

Il clan Perna-Iannoli è dedito al traffico di sostanze stupefacenti, alle estorsioni, alle rapine ai portavalori ed al riciclaggio di denaro di provenienza illecita in attività commerciali. In particolare, l’operazione 'Ultimo Avamposto' ha confermato come le coste del Gargano siano state utilizzate come terminal per le rotte dei trafficanti di marijuana provenienti dall’Albania, da smerciare anche su scala nazionale. L’attività di indagine, svolta tra marzo 2017 e giugno 2018, ha fatto luce su un gruppo composto da elementi del clan Perna-Iannoli che contava su articolazioni territoriali per rifornire le piazze di spaccio, anche extraregionali, come quella in Abruzzo capeggiata da un elemento di spicco della cosca.

Nell’area garganica assumono un ruolo sempre più strategico i territori di San Marco in Lamis, Rignano Garganico, San Nicandro Garganico e Cagnano Varano con le incisive presenze di gruppi locali tra loro contrapposti ed il ritorno dei Tarantino, cui si aggiungono nuove figure criminali che sono riuscite a diventare punti di riferimento in zona per i sodalizi di Foggia, San Severo e Gargano.

A San Giovanni Rotondo si registrano, altresì, segnali di una ricomposizione del tessuto criminale locale, favorito dalla presenza di soggetti particolarmente attivi nel mercato degli stupefacenti e capaci di catalizzare nuove leve.

Il forte controllo del territorio da parte della criminalità di quell’area emerge anche dagli esiti dell’operazione 'Wonderland', che ha fatto luce su un sistema fraudolento nel settore agro-rurale, attraverso il quale una famiglia di pregiudicati, originaria di Sannicandro Garganico e contigua alla criminalità organizzata locale, ha percepito per oltre 15 anni indebite erogazioni pubbliche".

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