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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La 'Mappa del Crimine' a Foggia: tensioni tra le due batterie, i rapporti con i clan garganici e gli affari sporchi

La relazione della Direzione Investigativa Antimafia del primo semestre 2019 per quanto riguarda la città di Foggia

La Direzione Investigativa Antimafia, nella relazione del primo semestre del 2019, fotografa così la situazione della criminalità in città, confermando le tensioni tra le batterie dei Moretti-Lanza-Pellegrino e quella dei Sinesi-Francavilla, i rapporti con i gruppi criminali di San Severo e quelli con i clan del Gargano. Gli interessi e gli affari sporchi, dalla droga alle estorsioni.

" A Foggia continuano le dinamiche di rimodulazione tra le tre batterie della Società. Come evidenziato nella scorsa relazione semestrale, l’operazione 'Decima Azione' aveva consentito di ricostruire un dettagliato quadro della criminalità in città, mettendo in evidenza il “rapporto federativo” tra le tre batterie dei Pellegrino-Moretti-Lanza, Sinesi-Francavilla e Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese (sotto-articolazioni dotate di autonomia decisionale) per la conduzione di affari particolarmente rilevanti, tra cui la gestione di una cassa comune ed il controllo condiviso delle estorsioni. L’indagine aveva evidenziato, inoltre, come il modulo organizzativo adottato dalla società foggiana fosse ispirato a canoni strutturali ed operativi simili a quelli della ‘Ndrangheta, basati su vincoli familiari, con l’imposizione di regole interne (la cui violazione viene prontamente e gravemente sanzionata), il ricorso a rituali di affiliazione ed, infine, la gerarchica ripartizione dei ruoli con corrispondente sostentamento economico.

Proprio all’indomani della predetta attività investigativa si è registrata una escalation del racket estorsivo, culminata in una serie di atti intimidatori che hanno investito il tessuto socioeconomico della città. Le indagini, svolte anche sulla scia degli esiti investigativi dell’operazione “Decima Azione”, hanno portato, nell’ambito delle operazioni “Chorus”e “Chorus 2” (rispettivamente del 5 febbraio e del 9 maggio 2019), all’esecuzione di una serie di importanti provvedimenti cautelari. Nell’ambito della prima, sono stati arrestati, tra gli altri quattro soggetti del clan Moretti-Pellegrino-Lanza ritenuti responsabili del tentato omicidio di un elemento di spicco della opposta batteria Sinesi-Francavilla, organizzato come risposta al precedente evento di sangue (del 15 novembre 2018), nel quale era stato ucciso il cassiere della federazione. Il tentato omicidio era stato organizzato dal cognato di quest’ultimo, mentre tra gli esecutori materiali, oltre al nipote, figurava un pregiudicato vicino agli ambienti camorristici, in quanto legato alla famiglia Panico operante nel napoletano.

La successiva operazione “Chorus 2” (tra i cui destinatari figura un soggetto organico alla batteria dei Moretti-Pellegrino-Lanza) ha riguardato una serie di condotte estorsive poste in essere a Lucera, nei confronti di un pusher non in grado di saldare i propri debiti, e a Cerignola, San Severo e San Ferdinando di Puglia, nei confronti di alcuni imprenditori del settore circense, nonché una serie di rapine poste in essere a Foggia ai danni di alcuni esercizi commerciali.

La batteria Moretti-Pellegrino-Lanza

La batteria dei MPL, capeggiata dai capi famiglia omonimi, dedita prevalentemente al racket estorsivo, al traffico di stupefacenti ed alle rapine, è quella maggiormente protesa verso la provincia, potendo contare sull’appoggio di alleati nel Gargano e nelle aree del Tavoliere, del gruppo La Piccirella a San Severo, delle collaborazioni extraregionali calabresi e campane. In particolare, il legame tra la batteria della società foggiana ed il clan Romito della mafia garganica ha trovato riscontro negli esiti di un’operazione che ha portato all’arresto di un soggetto, appartenente alla batteria e ritenuto responsabile di tentato omicidio per aver partecipato ad attività di ritorsione da parte dei Romito contro I Libergolis, dopo la strage di San Marco in Lamis. Il pregiudicato foggiano era stato, infatti, identificato tra i componenti del commando armato che, la mattina del 18 febbraio 2018, a Manfredonia, aveva teso un agguato ai danni di uno degli esecutori materiali della strage. Le indagini sul grave episodio di sangue dell’agosto 2017 e quelle relative al tentato omicidio del febbraio 2018, ricostruito anch’esso come evento di chiara “valenza mafiosa”, hanno posto in risalto il bipolarismo criminale in atto nella provincia foggiana, che si è concretizzato nelle alleanze, da un lato, tra la batteria Moretti-Pellegrino-Lanza ed il clan Romito e, dall’altro, tra la batteria foggiana Sinesi-Francavilla ed i Li Bergolis.

La batteria Sinesi-Francavilla

La batteria Sinesi-Francavilla, strutturata su legami familiari e vincoli di parentela, opera prevalentemente nel capoluogo ed è attiva nelle estorsioni, traffici di stupefacenti, usura, riciclaggio, nonché nella gestione della prostituzione e del gioco illegale. Il gruppo, come già indicato, vanta stabili rapporti con esponenti della mafia garganica (avendo favorito, in passato, la latitanza del boss Li Bergolis e del suo luogotenente) e della criminalità organizzata di San Severo, cui è legata per i traffici di armi e droga (in particolar modo con il clan Nardino, antagonista dei gruppi Testa-La Piccirella alleati invece dei Moretti), nonché contatti con organizzazioni extraregionali. Una fotografia sullo stato attuale della batteria è stata fornita dagli esiti dell’operazione del 29 maggio 2019, che ha ricostruito alcuni episodi estorsivi in danno di due commercianti di Foggia, costretti a pagamenti settimanali di somme di denaro o consegne di prodotti commerciali senza corrispettivo.

Le indagini compiute dalla PG hanno permesso di squarciare il velo di omertà che aleggiava sui piccoli imprenditori operanti nella città di Foggia che si erano ben guardati dal rivolgersi alla Forze dell’ordine per denunciare i plurimi taglieggiamenti di cui erano stati vittime, per il timore di subire atti ritorsivi contro i propri esercizi commerciali ovvero contro la propria persona o quella dei propri cari”.

Il provvedimento cautelare ha nuovamente messo in luce le tensioni tra le opposte batterie, connesse anche a dissapori concernenti il sovvenzionamento delle famiglie dei detenuti e culminate nell’omicidio del 15 novembre 2018 (già menzionato) del pregiudicato, cassiere della federazione. In tale contesto, viene, inoltre, messa in evidenza l’ascesa criminale di un elemento del clan Palumbo che, nonostante la detenzione in carcere, impartiva direttive all’esterno circa le attività delittuose da intraprendere. 

La batteria Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese

Infine, la terza batteria, Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese, attiva soprattutto nel traffico di stupefacenti, estorsioni e riciclaggio di denaro in attività commerciali (concessionari di autovetture, edilizia e onoranze funebri), ha sviluppato sinergie con elementi mafiosi della provincia e, in particolare, con il gruppo Romito di Manfredonia e con elementi della criminalità di Orta Nova".

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