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Cronaca

Licenziamenti ‘sui generis’ in Ataf: un autista abbandona il mezzo, un altro (in congedo) trasporta i fedeli a Medjugorje

Il 2016 si è concluso con l'allontanamento di due autisti: il primo ha reiteratamente abbandonato il mezzo senza fargli finire la corsa al capolinea; il secondo sorpreso a trasportare i fedeli alla guida di un mezzo di un'azienda concorrente

Immaginate di essere alla guida di un mezzo pubblico e di decidere, improvvisamente, di non fargli finire la corsa al capolinea programmato ma di lasciarlo così, per strada, e di andare via, incurante delle conseguenze. Immaginate di farlo una, due, tre volte, tra lo stupore dell'azienda che, quando vi intima di portare a destinazione il mezzo, si sente rispondere con aria di sufficienza: "Ciao capo". 

Surreale? No, reale a guardare le carte dell'Ataf che, per questo motivo, ha licenziato l'autista sui generis. "Volontario inadempimento dei doveri d'ufficio con danni al servizio" e "grave insubordinazione" le accuse vergate nero su bianco dall'azienda di trasporto pubblico locale di Foggia. E le cose sarebbero andate proprio così: più di una volta l'autista si sarebbe reso autore di un fine corsa anomalo dell'autobus di cui era alla guida, inspiegabilmente e senza che le rimostranze dell'azienda lo inducessero a porsi delle domande sulla gravità del suo comportamento. Licenziato. 
Fine.

Ma la chiusura del 2016 ne ha portato un altro di caso anomalo a cui è seguito licenziamento. Un altro autista, per la precisione. L'accusa? Aver preso un congedo parentale (quello che la legge destina all'assistenza di un congiuge o comunque di un familiare) della durata di una settimana per fare un viaggio a Medjugorje. No, non un viaggio da pellegrino (che pure, forzatamente, con l'assistenza ci starebbe), bensì da autista, da conducente del mezzo (privato) di trasporto dei pellegrini. Un'altra attività di guadagno, insomma. Peraltro concorrenziale all'azienda pubblica per cui lavorava. Stando così le cose, è ovvio che l'azienda una qualche spiegazione ha dovuto pur chiederla. Anche perché ATAF avrebbe dovuto provvedere con oneri extra a riorganizzare il lavoro in quei giorni per compensare l'assenza del dipendente in questione. Spiegazione che non deve essere stata convincente se l'autista in questione è stato licenziato. 

Non sono i primi licenziamenti che avvengono in via Motta della Regina sotto la presidenza Ferrantino. Ricorderete, in piena estate scorsa, quello di un altro dipendente accusato di utilizzare il pc aziendale per navigare su siti "hot", con tanto di problemi al sistema informatico, in più di un'occasione mandato in tilt.

Domani intanto si tornerà ad incontrare i sindacati per rivedere gli accordi aziendali interni. Sarà probabilmente il primo tavolo al quale non parteciperà il direttore generale uscente, Massimo Dicecca.

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