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Cronaca Lucera

"Devi morire". Lettera di minacce a Tutolo...che però spiazza tutti e sdrammatizza: "Sarà qualche Hitler dei poveri"

Una missiva piena di invettive è arrivata a Palazzo Mozzagrugno lo scorso 8 giugno. Il sindaco di Lucera, per nulla intimorito, ha sfidato in diretta sui social l'autore del gesto, invitandolo ad affrontarlo di persona

"Devi morire". È scritto a caratteri cubitali in calce ad una lettera inviata al Comune di Lucera e protocollata l'8 giugno scorso, indirizzata al sindaco Antonio Tutolo. La missiva, in stampatello, piena zeppa di insulti, è firmata "estrema destra" con una svastica. "Infame, ignorante, drogato e traditore dei poveri", e ancora, "sciacallo", "servo dei padroni", sono solo alcune delle invettive. Il primo cittadino ne ha dato lettura in una delle sue dirette giornaliere dell'emergenza Covid.

"Con i tuoi comizi hai ingannato il popolo lucerino, sei il sindaco più scemo di tutta la Puglia, come ciarlatano sei il numero uno in Italia ma come sindaco non vali un centesimo. La pagnotta te la sei mangiata tu e i tuoi familiari - si legge nella lettera - Imparati a parlare in italiano perché con le tue apparizioni hai fatto ridere tutta l'Italia".

Amareggiato ma affatto intimorito, Tutolo ha sfidato l'autore delle minacce, invitandolo ad affrontarlo a quattrocchi. "Deve essere qualche Hitler dei poveri", ha commentato sarcastico. Ha deciso di non sporgere denuncia. "Sicuramente è opera di qualche imbecille. Però sono cose che mortificano chi da mattina a mattina, e non solo a sera, ci mette il cuore e l'anima per cercare di fare il meglio per tutta la sua comunità. Ti fa star male, ti chiedi se ne vale la pena". Ammette di essere alquanto deluso dai detrattori, "gente che se l'è segnata, patetici", e a loro ha dedicato praticamente un'ora di diretta. "C'è chi si diverte a denigrare raccontando storie fantasiose. Fate pure. La mia storia è chiara e limpida. Non pensavo ci potesse essere tanta pochezza, però so di aver fatto un danno enorme ad alcun gruppi di potere".

Per quanto si possa derubricare lo scritto al gesto di un folle, la lettera si incastra in un clima piuttosto avvelenato, alimentato dalle polemiche sulla movida e sulla chiusura di via Amicarelli. In più, circolano insistenti le voci di una sua candidatura alle elezioni regionali (che lui aveva prontamente provato a smentire). Contattato telefonicamente dopo la diretta social, preferisce non drammatizzare sebbene si renda conto che i contenuti della lettera siano piuttosto pesanti. "Non voglio creare neanche il caso. Non è la prima e non sarà neanche l'ultima. È chiaro che io sia amato e odiato. Io vado avanti per la mia strada".

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