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Cronaca Vieste

Lavoro nero, sindaco di Vieste chiede "scusa" al padre: "Tu bersaglio di aggressioni mediatiche per la mia carica"

Il riferimento è agli articoli di giornale relativi ad una operazione su presunto lavoro nero ad opera dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Foggia nel villaggio di famiglia. "Perfida denigrazione attraverso un esposto anonimo"

La sua prima reazione è stata quella di “chiedere perdono alla mia famiglia ed in particolare a mio padre: Giacinto Nobiletti”. Poi quella di rispondere alle accuse mosse. Il tutto, in una lunga e accorata lettera che il sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti - recentemente nell’occhio del ciclone per una operazione su presunto lavoro nero ad opera dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Foggia nel villaggio di famiglia - affida ai social network in risposta agli articoli di giornale che, da ieri, lo vedono protagonista.

“Papà, devo chiederti scusa! Perché a causa della mia carica politica oggi ti tocca essere il bersaglio di aggressioni mediatiche e ahime! anche fisiche e morali", scrive il sindaco. C’è chi nella più bieca malafede sta tentando di dipingerti come “il caporale”, come “lo sfruttatore” dei padri di famiglia. Ma è bene che lo intenda a chiare lettere chi ha orchestrato questa perfida denigrazione con la vile pratica di un esposto anonimo e si metta il cuore in pace: ha fatto un buco nell’acqua! Resterà solo vittima del suo livore piccolo piccolo e della implacabile frustrazione derivante dalla propria bassezza morale e materiale senza, ovviamente, riuscirci”.

“Povero papà: la responsabilità è tutta mia! Perché ti ho lasciato solo con le tue 72 primavere a gestire l'azienda che hai creato dal nulla, lavorando sodo sin dall'età di 11 anni. Purtroppo hai commesso un errore! il primo in materia di lavoro in oltre 30 anni di attività nella azienda di famiglia, ed a nulla vale giustificarsi che le quattro signore (e non 7) abbiano iniziato a lavorare appena il giorno dell’ispezione: avevi il dovere di comunicarlo al tuo consulente il giorno prima, come prevede la legge! Dimenticarlo è stata una leggerezza imperdonabile: perché la legge è la legge e va rispettata senza “se” e senza “ma”! Credimi, possiamo tuttora gridarlo a pieni polmoni, proprio perché la coscienza resta limpida e pulita!”

“Puoi contarci, non sarà questo triste, singolo episodio -perché tale è -, a mettere in discussione la nostra testa alta, ad incrinare la nostra levatura morale per la quale non esito ad esprimere l’apprezzamento per l’attività dell’Ispettorato del Lavoro volta a debellare il triste fenomeno del “lavoro nero” ed a patire le giuste conseguenze della infrazione riscontrataci. Purtroppo ad aiutarti dovevo esserci io, ma è da 3 anni che ho abbandonato professione ed azienda, lasciandoti solo a barcamenarti tra la mostruosa burocrazia, l’asfissiante fiscalità e il lavoro di ogni giorno, un rituale di quelli che ogni laborioso imprenditore deve affrontare per tenere a galla la barca”.

“L’ho fatto per una ragione che muovendo dal cuore e dal desiderio di un futuro credibile per la città dove vivi tu, vivo io, vive la nostra famiglia, vive e vivrà tutta la nostra comunità, mi ha fatto correre dietro a quella "maledetta" voglia di cambiarla, assumendomene la responsabilità in prima persona. Tutto questo -come vedi- ha un prezzo! Dolce per gli innumerevoli riconoscimenti delle persone per bene che mi temprano; amaro per l’avversione cinica e bara della parte marcia - fortunatamente piccola - della nostra città.

Lo accetto e non retrocedo di un millimetro dalla volontà di continuare a testa alta e di assicurare il massimo impegno al servizio della città e delle istituzioni. I risultati cominciano a vedersi, ed è costretto a vederli anche chi è mosso dal cinismo e dalla malafede di passate ed impunite malefatte asservite alla sua sola vuota ricchezza materiale ed alla immensa miseria morale. Oggi sei diventato involontariamente, insieme a me, l'obiettivo di quel vecchiume che non vede l'ora di tornare a farla franca e cerca di arrestare un processo di cambiamento che arrestabile non è. Subdoli e vili perseguono le vie più disparate. Qualcuno dovrebbe spiegar loro quella nota massima di Seneca secondo la quale “non si può fermare il vento con le mani”. Scusami papà se non ti sono stato accanto come probabilmente avrei dovuto. Scusami davvero! Per me resti il padre che ha trascorso la vita intera a sacrificarsi per i suoi figli; per me resti e resterai sempre il padre a cui voglio un gran bene"

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