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Cronaca

Bracciante morto e abbandonato in strada, appello dei sindacati: "Aumentare ispezioni"

Le segreterie di Cgil e Flai di Capitanata commentano la tragedia di domenica sulla statale 87: "Violazioni contrattuali e di ogni minima forma di sicurezza sono all’ordine del giorno nelle nostre campagne"

La vicenda del 47enne rumeno vittima di un incidente sul lavoro e barbaramente abbandonato sul ciglio di una strada segnala, semmai ce ne fosse ancora bisogno, il livello di disprezzo della dignità umana prima ancora che delle leggi dello Stato che macchia il più importante settore economico della nostra provincia”.

E’ quanto affermano in una nota congiunta le segreterie di Cgil e Flai di Capitanata a proposito del caso su cui indagano i carabinieri e gli ispettore dello Spesale della Asl di Foggia. “Apprendiamo dagli organi di informazione di una denuncia elevata ai danni del datore di lavoro della vittima, che sarebbe stato caduta e travolta dal trattore mentre era con altre persone al lavoro nelle campagne tra Ascoli Satriano e Orta Nova. Violazioni contrattuali e di ogni minima forma di sicurezza sono all’ordine del giorno nelle nostre campagne. Così mentre alcune associazioni datoriali impiegano il loro tempo a contrastare e denigrare la legge 199/2016 di contrasto al caporalato, in Capitanata si continua a morire di lavoro e a vivere in condizioni di estremo disagio”.

“Crediamo sia encomiabile il lavoro svolto dagli organismi ispettivi ma denunciamo da tempo come di fronte alla vastità dell’agro dauno e al numero di aziende, vi è una palese difficoltà a garantire puntuale azione ispettiva a fronte del personale in organico. Cosa che fa ritenere le aziende di poter agire nella più totale impunità avvertendo come eccezionale la possibilità di incorrere in un controllo. Nel mentre chiediamo alle istituzioni, se davvero la lotta al lavoro nero e al caporalato non deve rimanere solo retorica da comizio, di impegnarsi per potenziare i servizi ispettivi, vanno altresì seguite anche altre strade affinché si colpiscano quegli imprenditori senza scrupoli che violano ogni norma. A partire dall’enorme flusso di finanziamenti che piove sulle imprese senza alcuna preventiva dimostrazione di agire nella legalità e nel rispetto dei contratti".

"Se non si interverrà su questi due versanti - concludono le segreterie sindacali - continueremo a contare i morti nelle campagne e a spendere parole di circostanza. Ma poco o nulla si sarà fatto per evitare il proseguire di uno sfruttamento su vasta scala del lavoro agricolo che offende uomini e donne e rappresenta un grave danno alla collettività in termini economici e fiscali”.

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