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Cronaca San Severo

Auto rubata, battono cassa al proprietario e incassano 2mila euro alla riconsegna: arrestati cugini

Le indagini hanno permesso di appurare come i due cugini avessero contattato la vittima di un furto pattuendo in 2000 euro la somma da consegnare per la restituzione del mezzo rubato: una Fiat 500

Sono indagati per i reati di estorsione aggravata in concorso e ricettazione, due giovani cugini sanseveresi - entrambi Giuseppe Scarcella, rispettivamente 21 e 19 anni - arrestati dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Foggia, che hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei loro confronti.

Le misure sono state emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della locale Procura della Repubblica sulla base delle indagini condotte dai Carabinieri a seguito di un furto di una Fiat 500 avvenuto a Foggia nella notte del 17 maggio scorso.

Le attività hanno permesso di appurare come i due cugini, unitamente ad altri complici in corso di identificazione e comunque anch'essi di San Severo, avessero contattato la vittima già nella stessa mattinata successiva al furto, chiamandola ripetutamente fino a pattuire in 2000 euro la somma da consegnare per la restituzione del mezzo rubato.

La mattina successiva la vittima è partita da Foggia per San Severo, dove è avvenuto lo scambio. I Carabinieri del NORM di Foggia, che già erano impegnati in un'indagine per reati analoghi, hanno quindi esteso l'attenzione sul fatto specifico, raccogliendo inconfutabili prove della responsabilità del gruppo nel furto con successiva estorsione, relazionando il tutto all'Autorità Giudiziaria che, concordando con le risultanze investigative, ha poi proceduto nelle sue competenze.

Le attività continuano per identificare e ricostruire i ruoli degli altri membri del gruppo, ma hanno già dimostrato, ancora una volta, le strette relazioni di interessi malavitosi tra le due città di Foggia e San Severo, attestando inoltre come dietro ai furti d’auto non vi sia soltanto il fenomeno del mercato nero dei pezzi di ricambio, ma anche quello dei “cavalli di ritorno”, per cui risulta indispensabile la collaborazione delle vittime. I due giovani sono stati condotti presso il carcere di Foggia.

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