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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Cep / Via Smaldone Filippo

Rabbia e commozione ai funerali di Giusy e Luigi: l’ultimo abbraccio di Foggia

Due ali di persone ad abbracciare le bare di Giuseppina Fiore e Luigi Veneziano, legate da un cuore rosso e coperte di rose bianche. Commozione e rabbia nella chiesa di Sant'Antonio

Due grandi ali di persone, oltre 500, hanno abbracciato per l’ultima volta Giusy Fiore e Luigi Veneziano, le giovani vittime dell’esplosione avvenuta per una fuga di gas lo scorso mercoledì in una palazzina in via De Amicis 22, a Foggia. Uniti e vicini anche nell’ultimo viaggio, un cuore rosso a legare le due bare di legno chiaro e coperte di rose bianche. Stavano preparando il loro matrimonio, Giusy e Luigi, la cui unione era stata già consacrata dalla nascita del piccolo Salvatore che ad ottobre compirà tre anni. Una benedizione particolare, al termine del rito funebre, ne ha sugellato ancora una volta l’unione.

Nel crollo dell’appartamento al piano terra di via De Amicis, Salvatore è stato salvato dall’abbraccio dei genitori che, quella notte, lo stringevano nel letto matrimoniale. La trave di sostegno del soppalco - lunga 4 metri per 2 e pesante circa 100 kg - è collassata sul lettone spezzando, nel sonno, le loro giovani vite.

“Luigi ci ha insegnato il coraggio e la grandezza dell’amore”, scrive in una toccante lettera la sorella Assunta, ma poi non riesce a leggerla per la commozione. “Ora sarete sempre uniti nella dolcezza di quell’abbraccio; il vostro amore ha superato il tragico destino che sembrava segnato anche per il fiore che avete seminato”. Per espressa volontà delle famiglie coinvolte, i funerali dovevano essere celebrati in forma privata, ma tutta la città ha voluto partecipare a questa tragedia, la terza che in 15 anni ha funestato Foggia, dopo le tragedie di viale Giotto nel 1999 e di via delle Frasche nel 2004.

Tra i banchi della parrocchia di Sant’Antonio, infatti, c’erano anche le autorità politiche e militari della città, ma spogliate della veste istituzionale. Da privati cittadini, insomma. Il sindaco Gianni Mongelli, però, ha indossato la fascia tricolore, quasi a voler simboleggiare la presenza di tutta comunità foggiana che, per l’intera giornata, osserva 24 ore di lutto cittadino. C’erano, nel mezzo della navata, i vigili del fuoco della Squadra B, visibilmente commossi: loro sono stati i primi ad intervenire quella notte, a scavare tra le macerie, a trarre in salvo il piccolo Salvatore.

I funerali delle vittime del crollo di via De Amicis: foto di R. D'Agostino

Ma tra i banchi c’era soprattutto lo strazio delle famiglie Fiore e Veneziano, stremate dal dolore - diventato più acuto nel momento del distacco - di una morte che sarà impossibile accettare. “Foggia si dimostra ancora una volta una città fragile: come cittadini e come cristiani non possiamo rimare indifferenti dinanzi a tragedie come questa”, si legge nel messaggio giunto da Roma per conto dell’arcivescovo Francesco Pio Tamburrino. “E’ il momento di un supplemento di solidarietà, soprattutto verso le fasce più deboli ed esposte al pericolo. Lo dobbiamo alla nostra città, lo dobbiamo a Giusy e Luigi, lo dobbiamo al piccolo Salvatore”.

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