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Cronaca

Foggia nella morsa di ragazzi violenti. 50enne aggredito scrive al Prefetto: "Stiamo crescendo dei tifosi della malavita"

Il 50enne aggredito ieri al Largo degli Scopari ha scritto in nottata un'accorata lettera-appello a Raffaele Grassi: "Se lo Stato continuerà a non vedere, sarà difficile migliorare il futuro dei nostri ragazzi"

E’ un pugno nello stomaco l’accorata lettera che Antonio, il 50enne aggredito la notte scorsa da una banda di ragazzini, ha scritto al Prefetto di Foggia, Raffaele Grassi. Di ritorno dall’ospedale, intorno alle 3 di notte, Antonio, volto recante i segni dell’aggressione subita, ha scritto al funzionario del Governo. “Eccellenza – esordisce-, le scrivo per raccontarle un sabato sera vissuto a Foggia”. E via con la descrizione dettagliata di quanto occorso in Largo degli Scopari: “Come spesso accade il sabato, ho deciso di cenare con alcuni amici in un locale in pieno centro cittadino. Durante la serata siamo stati continuamente disturbati da una quindicina di ragazzi tra i 17 e i 20 anni che, ubriachi, distruggevano gli arredi urbani, inveivano contro un motociclo parcheggiato nella piazza e rompevano bottiglie sui muri e sull’asfalto, creando tensione e sconcerto tra  i presenti”. “Ho visto intervenire il personale del locale, che non è riuscito ad allontanare e a far cessare gli atti vandalici con la conseguenza che, per l’intera serata, 15 ragazzini hanno tenuto ‘sotto scacco’ non solo i clienti del locale ma anche centinaia di giovani che si intrattenevano nelle vicinanze”. “Ho visto il proprietario del locale chiamare per circa un’ora le forze dell’ordine senza riuscire ad ottenerne l’intervento”. “Ho seguito con angoscia tutti gli eventi della serata – continua Antonio- e mi sono chiesto se fosse giusto che nessuno intervenisse per far cessare quello scempio”.

Quindi la degenerazione dei fatti. “Verso le 23.00 la situazione è peggiorata. Uno dei ragazzi, forse sorpreso dall’indifferenza dei presenzi per quanto già compiuto, ha ritenuto opportuno rendersi più visibile e rompere l’ennesima bottiglia nelle immediate vicinanze del locale e quindi del tavolo dove io cercavo di trascorrere il sabato sera in tranquillità”. Da qui la reazione. “Il mio senso civico non mi ha più permesso di tacere e mi sono avvicinato al ragazzo per redarguirlo. Sono stato immediatamente aggredito da un consistente numero di ragazzi che mi hanno colpito più volte facendomi cadere in terra, continuando a colpirmi con calci e pugni. Solo la mia capacità di difesa mi ha consentito di evitare che i calci e i pugni colpissero organi vitali”.

“Egregio Prefetto – continua Antonio-, non si può permettere che questa situazione perduri nella nostra città. Che queste BESTIE che voi STATO conoscete bene, per usare una sua frase “Nomi e Cognomi”, siano lasciate libere di aggredire noi, i nostri figli, distruggere arredi urbani e beni privati davanti ad un locale pubblico ed a centinaia di persone. Se lo Stato non protegge i commercianti e i cittadini da 15 ragazzini delinquenti, come può ottenere che cambi la cultura di questa città malata”.

“Eccellenza, quando sono intervenuto ero consapevole di rischiare l’aggressione, ma la mia coscienza non mi ha consentito di soprassedere e di girare la testa. Questi ragazzi sono gli stessi che tutte le sere girano per le nostre strade senza casco, in controsenso, aggrediscono chiunque si trovi nel posto sbagliato, spadroneggiano per la città impuniti”. “Egregio Dottore, comprendo la complessità del suo ruolo, comprendo le difficoltà delle forze dell’ordine, ma le assicuro che se lo Stato continuerà a non vedere quello che accade tutti i giorni in pieno centro nella nostro città, intorno al suo Ufficio e a Palazzo di città, sarà difficile migliorare il futuro nostro e dei nostri ragazzi”. “Cerco di rifarmi ad alcune espressioni usate da lei nei pochi mesi che ha trascorso a Foggia, lei chiede a noi cittadini di scegliere da che parte stare: bene, io le chiedo di metterci nelle condizioni di poter scegliere”.

“Le assicuro che quello che è accaduto questa sera davanti ai miei occhi accade tutti i giorni, io ho tre figli che mi raccontano che le aggressioni sono all’ordine del giorno. Questa sera mio figlio adolescente mi ha confessato che spesso si preoccupa per la mia incolumità e prega perché io non assista a queste scorribande, consapevole della mia difficoltà a girare la testa dinanzi ad atteggiamenti mafiosi”.

“Sì, atteggiamenti mafiosi: non è ammissibile che in una piazza dove sono presenti centinaia di persone, 15 ragazzi possano spadroneggiare e disturbare per ore senza che nessuno intervenga, e non si possono lasciare i cittadini soli, senza intervenire nonostante i ripetuti solleciti. Non è accettabile che nessuno sia intervenuto per tempo. In questo territorio bisogna cominciare dal basso, dare l’esempio, far comprendere che la normalità è la buona educazione, il senso civico l’amore per il bene comune”.

“La cosa più scioccante si è verificata quando, ad aggressione conclusa, sono arrivate le volanti della Polizia: molti ragazzi presenti hanno fischiato alle Forze dell’Ordine, stiamo crescendo dei tifosi della malavita, ragazzi che per poter vivere la loro adolescenza devono avvicinarsi al delinquente di turno per essere protetti dalla aggressioni”.

“Ringrazio gli uomini delle volanti per l’umanità e la disponibilità dimostrata nei miei confronti-“ conclude. Quindi l’appello accorato al Prefetto: “Vi chiedo però di aiutarli a poter essere più incisivi e più presenti dove cammina la gente, dove accadono questi gravi episodi. Mi permetta: forse il controllo delle auto in piazza Cavour può passare in second’ordine per qualche tempo. Intervenga, faccia in modo che questo scempio finisca, partiamo dalla buona educazione per poter arrivare a sconfiggere la cultura dell’illegalità. Dimostriamo insieme che si può sopravvivere anche senza far finta di non vedere”.

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