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Cronaca Ospedale - Parco San Felice / Via Luigi Rovelli

Le auto incendiate sono due, vittima si sfoga ma precisa: "Non vogliamo una colletta"

"Non vogliamo che venga fatta una colletta anche per noi. Ma avremmo voluto che almeno una parola fosse spesa per una persona che non doveva essere coinvolta e che aveva fatto molti sacrifici per comprarsi quella macchina"

Si è parlato molto, a Foggia, dell'atto intimidatorio subito da Giuseppe D'Urso, coordinatore del progetto ParcoCittà, vittima di un incendio auto alla vigilia della marcia di 'Libera', a Foggia. L'episodio ha destato molto clamore e sgomento in città, tanto da smuovere le coscienze e promuovere una raccolta fondi. 

Ma c'è un altro aspetto della vicenda che, al momento, non ha trovato spazio sui mezzi di informazione. Nel rogo che ha distrutto l'auto di D'Urso, in via Rovelli, è andata distrutta anche l'auto che era parcheggiata nelle immediate vicinanze. A FoggiaToday lo sfogo della famiglia: "Non vogliamo che venga fatta una colletta anche per noi. Ma avremmo voluto che almeno una parola fosse spesa per una persona che non doveva essere coinvolta e che aveva fatto molti sacrifici per comprarsi quella macchina", spiegano.

"Adesso ci troviamo senz'auto e ancora in attesa che il perito venga a svolgere il suo lavoro (del resto siamo gente comune) mentre chi combatteva la sua battaglia non ha perso nulla, anzi da una vecchia Punto si ritrova anche una macchina migliore! Sottolineamo - concludono - che non è nel nostro interesse avere un risarcimento (a quello penserà l'assicurazione), vi preghiamo di non fraintenderci. Si tratta solo di uno sfogo".

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