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Cronaca San Severo

'Facciamo la festa al maiale', gli organizzatori: "Mai prevista uccisione in piazza"

Il presidente dell'Associazione organizzatrice della manifestazione "Facciamo la festa al maiale" risponde alle polemiche dei giorni scorsi chiarendo i suoi veri obiettivi: "Promozione del prodotto tipico e del km zero"

Arriva intrisa di ironia e indignazione, la risposta di Armando Niro, presidente dell’Accademia del Lampascione, alle polemiche sorte nei giorni scorsi in merito alla manifestazione “Facciamo la festa al maiale” in programma a San Severo, i cui primi tre giorni avrebbero previsto l’uccisione e scuoiamento di un maiale nero in piazza. Nei giorni scorsi si sono registrate le dichiarazioni del sindaco di San Severo Miglio, nonché dell’ex candidato sindaco del Movimento 5 Stelle Simone Colapietra. Dopo due giorni è giunta la risposta dell’associazione che ha organizzato l’evento: "Dobbiamo ringraziare tutti quelli che hanno gridato allo scandalo e a coloro che hanno alzato la voce prendendo le distanze”. 

NESSUNA UCCISIONE – Niro smentisce subito che nessun maiale sarebbe stato ucciso in piazza: “precisa subito che nessuna uccisione in piazza fosse prevista: Non era prevista nessuna uccisione in piazza e né tanto meno privata, ma era previsto la proiezione di video che riprendono questa antica tradizione di un tempo lontano quando il maiale era ritenuto una grande ricchezza per la famiglia, specialmente contadina, che si approvvigionava delle prelibate carni dell’animale provvedendo alla loro trasformazione. Queste proiezioni sarebbero avvenute presso la sede della nostra associazione e destinate solo a coloro che avevano il piacere di scoprire questi riti antichi e con l’auspicio di sviluppare cosi un business per i nostri allevatori: facendo adottare un maiale alle famiglie interessate. Questo è confermato dal fatto che non abbiamo inoltrato nessuna richiesta di autorizzazione né al signor sindaco, né all’asl e né tanto meno agli organi di polizia”, ha precisato Niro.

OBIETTIVI – Promozione e valorizzazione di un prodotto tipico del nostro territorio, promozione del cosiddetto Km zero, costituzione di un comitato promotore che regolamenti l'allevamente del maiale nero, e sensibilizzazione dei consumatori contro la barbarie che avviene negli allevamenti intensivi”, erano alcuni degli obiettivi prefissi dalla manifestazione. Secondo Niro, invece, volutamente è stata perpetrata una strumentalizzazione politica: “Visto il titolo della manifestazione ‘Facciamo la festa al maiale’ e l’inserimento nel programma dell’uccisione del maiale hanno fatto tanto clamore, abbiamo ottenuto il risultato voluto: fare boom per promuovere la festa ed il maiale nero dauno e svegliare la sensibilità di cittadini, istituzioni, stampa locale e nazionale, anche se è stato male interpretato il nostro messaggio o è stato volutamente travisato e strumentalizzato per motivi politici”.

Niro, ci tiene anche a esentare Giorgio Sernia, candidato per la Regione nel Movimento 5 Stelle, non risulta tra gli organizzatori della manifestazione, ma soltanto un collaboratore per la tematica legata al km zero e alla filiera corta, e apre a un confronto civile: “Siamo disponibili a confrontarci con tutti coloro che si sono scandalizzati, defilati e naturalmente con quelli che hanno apprezzato l’iniziativa e che a loro volta si sono scandalizzati e meravigliati di tutto il clamore suscitato, sempreché il dialogo avvenga con educazione, civilmente, rispettando le idee e gli stili di vita dell’altro, ed al fine di perseguire la valorizzazione e promozione del nostro territorio, la Daunia, la storia, le tradizioni, il paesaggio ed il nostro grande patrimonio di prodotti tipici enogastronomici. In questo dovremmo essere uniti: dovremmo prendere coscienza di quanto disprezziamo e/o non conosciamo delle nostre potenzialità, apprezzarle e divulgarle per accrescere ricchezza e benessere per il nostro popolo e non essere invece la provincia cenerentola d’Italia, prendendo ad esempio realtà tipo il Comune di Colonnata, non una provincia ma paese molto più piccolo di San Severo, che sono famosi nel mondo per una cosa sola che hanno: il famoso lardo di colonnata”, ha concluso. 

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