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Cronaca

Le mani legate sugli eremi di Pulsano, che continuano a crollare. Per salvare la storia serve il vincolo archeologico

Sarà interpellata di nuovo la Soprintendenza per sollecitare l'apposizione del vincolo archeologico richiesta già a febbraio dal sindaco di Monte Sant'Angelo d'Arienzo. Il secondo step è il progetto del Parco Archeologico

"Gli eremi di Pulsano, patrimonio meraviglioso del territorio, sono proprietà privata e il pubblico non può investire. Non si possono finanziare. Dobbiamo fare rete con dei passaggi concreti”. L'assessore regionale Raffaele Piemontese, intervenuto ieri alla riunione del coordinamento Uniti per Pulsano, prospetta il primo vero ostacolo all'operazione di salvataggio degli eremi che si stanno letteralmente sbriciolando.

Suggerisce di chiedere innanzitutto un incontro urgente alla Soprintendenza per capire quanto tempo impiegherà per apporre il vincolo archeologico, come richiesto dal sindaco di Monte Sant'Angelo Pierpaolo d'Arienzo che ha formulato l'istanza a febbraio. E poi c'è la "necessità di capire quale sia la migliore forma giuridica per finanziare il patrimonio", aggiunge l'assessore al Bilancio, disponibile a calendarizzare aggiornamenti periodici. I soldi ci sono. "Abbiamo un patrimonio che mezzo mondo ci invidia ma la Regione Puglia - ha affermato Piemontese in quel di Monte - non può mettere un centesimo. Considerato che abbiamo a disposizione le risorse, facciamo in modo che possano essere investite". 

Con l'apposizione del vincolo subentrerebbe l'elemento pubblico della tutela. "Bisogna accelerare - ha detto il presidente del Fai Saverio Russo - ma non credo che la pratica sia semplice". Poco prima dell'arrivo dell'assessore regionale in compagnia del sindaco, padre Piero Distante, priore dell'Abbazia di Santa Maria di Pulsano, aveva introdotto proprio la questione dell'impossibilità di intervenire su una proprietà privata da parte di qualsiasi ente locale. È partita allora la proposta di creare una fondazione, uno strumento che possa catalizzare i finanziamenti. Alla riunione, coordinata da Franco Salcuni di Legambiente e dalla guida turistica Andrea Stuppiello, hanno partecipato per la prima volta anche due dei proprietari dei terreni dove insistono gli eremi, della zona della valle Campanile (Pellegrino e Corradi).

Al centro dell'incontro, anche la necessità di mettere in sicurezza l'eremo del Mulino, recentemente crollato. Il proprietario intende interdire l'accesso con le reti. Per un camminatore del calibro di Michele Del Giudice andare agli eremi "significa rischiare" e propone di vietare l'ingresso a determinate categorie. "Gli eremi sono 24 e il tempo si riprende tutto e più che stare dietro ai singoli crolli - ha detto Franco Salcuni - bisogna trovare una soluzione strutturale". L'intento è elaborare un piano che possa garantire la fruizione in sicurezza degli eremi, regolamentandola (le guide sono preoccupate che si limiti l'accesso). "Questi luoghi adesso sono ruderi abbandonati", ha detto senza mezzi termini padre Piero. E vanno preservati anche da atti vandalici ("ci sono le scritte nell'eremo").

"Il punto di arrivo è il Parco Archeologico", ha affermato in conclusione il sindaco d'Arienzo, ed il progetto è considerato il secondo step. Potrebbe essere pronto a stretto giro, ma prima bisognerà comprendere i tempi del vincolo archeologico. 

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