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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Domanda 'smarrita' e poi respinta, al danno anche la beffa: così coniugi foggiani perdono il bonus maternità

Il caso di Letizia e Giuseppe, genitori del piccolo Antonio Aldo. L'avvocato: "Grave negligenza dell'Ufficio Protocollo nell'aver smarrito la pratica, estromettendo miei assistiti dal diritto di ricevere l'assegno di maternità"

Su quell’assegno di maternità un po’ ci speravano. In fondo, avevano tutti i requisiti per ottenerlo. Magari ci avevano anche fantasticato su, immaginando cosa poter realizzare con quel ‘tesoretto’ (dai 1000 ai 1700 euro circa in base al reddito Isee) da destinare al loro primo bambino. Non si sarebbero arricchiti, certo. Ma sarebbe stata una ‘boccata d’ossigeno’ per una giovane famiglia alle prese con un nuovo arrivato.

Per Letizia e Giuseppe - lei casalinga e lui geometra, entrambi foggiani, genitori del piccolo Antonio Aldo di 7 mesi - le cose sono andate diversamente. La possibilità di beneficiare del bonus maternità è stata loro negata a causa di un “incidente di percorso” avvenuto quasi sicuramente all’interno dell’Ufficio Protocollo del Comune di Foggia, dove la loro domanda è stata presentata (con tanto di timbro e data d’ingresso), ma non è stata mai protocollata. Peggio ancora, è andata smarrita.

Ma andiamo con ordine. La domanda per l’assegno di maternità è stata presentata all’Ufficio Protocollo del Comune di Foggia lo scorso 29 settembre, nei tempi previsti e stabiliti in base alla nascita del bambino. La domanda è stata presentata da mamma Letizia, per il tramite del marito cui è collegato il conto corrente familiare. La domanda è stata presa in consegna e, sia sull’originale che sulla copia per il richiedente, è stato apposto il timbro con la data d’ingresso.

Passano le settimane e i mesi, altre giovani famiglie iniziano a ricevere l’assegno di maternità ma per i genitori del piccolo Antonio Aldo, famiglia monoreddito, non c’è nulla. “A metà gennaio (nel caso specifico i termini erano scaduti il 31 dicembre 2016, ndr), mi sono recato nuovamente in Comune per chiedere informazioni - spiega il padre - e lì si è scoperto che la domanda non solo non era stata mai protocollata, ma era andata smarrita”.

In quella stessa giornata, il geometra è stato ricevuto dal dirigente dell’Ufficio Protocollo, Matteo Bruno, e successivamente ha chiesto di parlare con il dirigente dell’Ufficio Politiche Sociali. Per tutta risposta è stato consigliato loro di presentare nuovamente domanda, questa volta a nome della mamma del bambino. Così è stato fatto. Ma i termini erano già scaduti e dopo soli tre giorni la famigliola si è vista recapitare una laconica comunicazione: “La domanda doveva essere presentata entro il termine perentorio dei 6 mesi dalla data del parto”. Addio assegno di maternità. 

“Noi il nostro dovere di cittadini l’abbiamo fatto. Purtroppo è mancato la successiva attività d’ufficio”, spiega il geometra, che insieme alla moglie sono ora assistiti dall’avvocato Francesca Rondinone che ha inviato una comunicazione indirizzata al dirigente dell’Ufficio Protocollo, Matteo Bruno, e per conoscenza al Segretario Generale del Comune di Foggia, Maurizio Guadagno. “Risulta di tutta evidenza - si legge nella comunicazione del legale – la grave negligenza dell’Ufficio Protocollo nell’aver smarrito la pratica, estromettendo di fatto i miei assistiti dal diritto di ricevere l’assegno di maternità”.

“Siamo delusi e amareggiati”, spiega papà Giuseppe. “Non capisco come una domanda possa svanire nel nulla, volatilizzarsi. Così il sostegno alle famiglie è venuto meno. Speriamo almeno che il nostro possa essere un caso-scuola e, data l’esperienza, invito tutti a pretendere il numero di protocollo per ogni pratica presentata”.

“Oggi ci vediamo negato un diritto a causa della superficialità e l’imperizia di qualcuno”, rincara la dose mamma Letizia. “Fà altrettanto rabbia che nessuno possa pagare per questo errore: nessun responsabile, tutti impuniti. Non è questo il modo per essere vicini e sostenere una giovane famiglia che, nonostante tutto, decide di rimanere qui, di mettere su famiglia e piantare radici”.

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