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Cronaca Apricena

Discarica abusiva ad Apricena: “L’ecomafia ancora presente sul nostro territorio”

La preoccupazione del presidente dell’Arci: “Nonostante gli arresti e i sequestri, le attività di tombamento e sversamento continuano. La situazione comincia a essere preoccupante”

Dopo la scoperta con l'operazione " Black Land" della DDA di Bari, in aprile, di una  cava ad  Apricena, in località Trefossi, contenente un ingente quantitativo di rifiuti ospedalieri e solidi urbani , rinvenienti dalla Campania ed illegalmente sversati e “tombati” in un'area di 3.000 mq; ieri nel corso di una specifica attività di controllo nelle aree rurali i Carabinieri, hanno scoperto una pericolosissima discarica abusiva allestita nelle campagne di Apricena, in pieno Parco del Gargano 

Tale discarica illegale contiene migliaia di tonnellate di rifiuti solidi urbani che erano già stati sistemati e occultati. Dal sopralluogo si è verificato che erano stati già creati vari altri piazzali, che avrebbero potuto ancora contenere nuove impressionanti quantità di immondizia. Dai preliminari accertamenti effettuati sul posto è stato possibile quantificare in circa 20mila tonnellate di rifiuti già presenti a terra.

A questo bisogna aggiungere che una trentina di bovini stavano pascolando tra le immondizie e che sono stati immediatamente sequestrati per sottoporli ad accertamenti veterinari. “Questo evidenzia come l'ecomafia sia sempre più presente sul nostro territorio, perché nonostante gli arresti ed i sequestri le attività di tombamento e di sversamento di rifiuti, anche nell'area protetta per eccellenza, continuano e sicuramente non passerà molto tempo che ne verranno individuate altre”, è la denuncia di Tonino Soldo, presidente dell’Arci ‘Maria Schinaia’ di Foggia.

“La situazione comincia a diventare preoccupante la situazione perché il nostro territorio viene massacrato dal traffico illegale di rifiuti ed è quindi necessario mettere in atto nel più breve tempo possibile, ogni misura idonea alla messa in sicurezza e al disinquinamento dei siti sequestrati, per ridurre i fattori inquinanti nel suolo. Purtroppo a farne le spese sono sempre i cittadini, mentre l'ecomafia continua ad arricchirsi ed il nostro territorio continua ad impoverirsi”.

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