rotate-mobile
Cronaca Manfredonia

Una targa per i migranti vittime del mare, il ricordo di Manfredonia sul molo di ponente

E' stata scoperta una lastra in pietra in memoria dei 18mila caduti nel Mediterraneo che recita: "Dita liquide strozzarono la vostra speranza, mani aperte accoglieranno il vostro sogno"

Un rotolo di carta lungo oltre 16 metri, un fiume bianco che raccoglie i nomi delle decine di migliaia di vittime ingoiate dal mare nel corso dei cosiddetti “viaggi della speranza” e accoglie la loro memoria. Sono oltre 18.700 le vittime del Mediterraneo dal 1988 ad oggi: qualcuno ha provato a contarle raccogliendone notizia dai dispacci di agenzia, ma si è poi dovuto confrontare con un numero esorbitante di “missing”, di scomparsi tra i flutti, a volte senza nome e senza identità.

E’ proprio per ricordare e commemorare tutte le vittime del mare che, ieri pomeriggio, sul molo di Ponente del porto di Manfredonia, i missionari scalabriniani hanno organizzato una commemorazione pubblica e un momento di preghiera interreligiosa. Cattolici, protestanti, ortodossi, musulmani e induisti, tutti insieme, si sono incontrati all’ombra del faro per la giornata “Dal ventre del mare”, per pregare in memoria di quanti sono annegati nel tentativo di toccare la “terra promessa”.

“Quando il Mediterraneo da ponte tra civiltà ne diventa tomba – ha spiegato mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia – ma abbiamo il dovere di ricordare anche le altre vittime di questi viaggi: quelle che hanno trovato la morte nei campi, nello sfruttamento del lavoro, nei vasconi per l’irrigazione, nella ricerca dignitosa di una nuova vita”.

E così quella cifra, così spaventosa pur se per difetto, cresce ancora. Accanto all’arcivescovo Castoro, sul molo, vi erano anche gli altri ministri di culto come Marian Micu, della chiesa ortodossa di Cerignola, Moussa Gningue, della comunità musulmana del “ghetto” ai piedi di Rignano, Louai Yacobu, della chiesa Maronita Siriana, Ricardo Collazo, pastore della chiesa evangelica-valdese di Foggia e Opu Diswas, induista, del Villaggio don Bosco.

Circa 200 le persone che si sono date appuntamento dinanzi al mare, tra autorità civili e militari, cittadini, scout e i ragazzi del “ghetto” di Rignano, molti dei quali scampati alla furia del mare. Per ogni persona che non ce l’ha fatta è stato lanciato un pugno di sabbia tra gli scogli, un gesto semplice ma di grande impatto, cui affidare il proprio ricordo o la propria speranza.

Al termine della preghiera collettiva è stata scoperta una targa in memoria dei migranti caduti in mare. La lastra di pietra, che guarda speranzosa verso il mare, riporta una frase dello scrittore romano Andrea Cantalupi: “Dita liquide strozzarono la vostra speranza, mani aperte accoglieranno il vostro sogno” e riassume il senso della fratellanza tra popoli.

“Abbiamo voluto dare un posto fisico, reale, per poter piangere le vittime del Mediterraneo, mare che unisce e non dividespiega Concetta Notarangelo, volontaria della rete “Io ci sto”, tra gli organizzatori dell’evento insieme a padre Arcangelo Maira - un mare che deve essere mare di speranza e non di divisione”.

Manfredonia: cerimonia e targa "Dal ventre al mare" | FOTO

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Una targa per i migranti vittime del mare, il ricordo di Manfredonia sul molo di ponente

FoggiaToday è in caricamento