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Cronaca

Paure, focolai e contagi nelle rsa foggiane. Per la Asl Foggia c'è stata "cattiva comunicazione tra struttura e familiari"

La gestione del Coronavirus nelle rsa di Troia e Bovino da parte della Asl di Foggia. "Pur non trattandosi di strutture contrattualizzate poiché socioassistenziali".

La Asl Foggia, a partire dalla seconda metà di marzo, ha avviato un percorso complesso di verifiche finalizzate alla messa in sicurezza delle strutture residenziali di riabilitazione per anziani, che hanno riguardato anche le case di riposo "pur non trattandosi di strutture contrattualizzate poiché socioassistenziali".

La drezione ha esteso anche a loro le attività di controllo in considerazione di quanto stava accadendo nelle strutture analoghe del nord Italia. Dalla tragica esperienza delle regioni dove l’emergenza Covid-19 è scoppiata prima, è emersa sin da subito la consapevolezza che le rsa e le case di riposo potessero essere un punto fragile nella rete di assistenza. 

I controlli della Asl Foggia nelle rsa

Il gruppo di lavoro preposto ha avviato una analisi sui requisiti strutturali e organizzativi delle strutture, sullo stato di salute degli assistiti, persone particolarmente fragili, e sul numero di operatori. Tutto ciò per verificare, per ogni struttura, le capacità di contrasto al contagio. Dopo il primo lavoro ricognitivo, il 18 marzo la direzione strategica ha incaricato il dipartimento di prevenzione di eseguire dei controlli in queste strutture. Parallelamente è stato chiesto a tutti i gestori un resoconto sulle misure messe in atto per la sicurezza di pazienti e operatori. 

Le rsa di Troia e Bovino

Il 23 marzo, purtroppo, è scoppiata la prima emergenza all’interno di una rsa, il “San Raffaele” di Troia.  Il 24 marzo è stata istituita in urgenza una commissione coordinata dal direttore sanitario per verificare quanto comunicato dalle strutture in merito alle misure adottate in tema di sicurezza. Lo stesso giorno la direzione ha avviato un monitoraggio specifico della struttura del San Raffaele di Troia con l’esecuzione di tamponi a tutti gli ospiti e agli operatori. Scattato il secondo allarme per un focolaio nella rsa di Bovino, il 29 marzo la direzione avvia per questa struttura la stessa procedura attivata per il 'San Raffaele' di Troia.

Informati i familiari dei pazienti

Sulla scorta delle notizie che continuavano a giungere dalle altre regioni in cui era evidente una cattiva comunicazione tra strutture e familiari, le stesse famiglie dei pazienti ospitati nelle rsa della provincia di Foggia hanno iniziato a manifestare la propria preoccupazione alle strutture della Asl. La direzione, pertanto, ha deciso di mettere al corrente i familiari circa la situazione emergenziale in atto, che stava riguardando da qualche giorno, in particolare, gli anziani, i più vulnerabili all’infezione da Covid-19. 

Questo, considerata l’aggressività del virus, la velocità con cui si diffonde e la condizione di fragilità delle persone ospitate nelle strutture. Un modo per informare nella massima trasparenza i familiari e tranquillizzarli rispetto a tutte le iniziative già avviate dalla Asl per monitorare e moltiplicare la sicurezza all’interno delle strutture di ricovero per anziani. 

La rete di supporto sociale

Inoltre, la Asl, tenuto conto di sollecitazioni manifestate da alcune famiglie, ha voluto dichiarare la propria disponibilità ad aiutarle nella ricollocazione al proprio domicilio, qualora ve ne fossero state le condizioni, anche attraverso una idonea assistenza domiciliare. In tal senso è stato previsto un programma di sostegno alle famiglie attraverso la 'Rete di supporto sociale' istituita dalla Asl Foggia all’interno del comitato di crisi aziendale. La rete ha come obiettivo quello di supportare le famiglie, agevolare il contatto con i pazienti ed eventualmente valutare, insieme, tutte le soluzioni più opportune per la continuità delle cure e dell’assistenza. 

Contemporaneamente, il gruppo di lavoro sta verificando, punto su punti, le migliori soluzioni e le migliori strategie, anche attraverso coordinamenti molto articolati e appropriati tra pubblico, privato e terzo settore, in modo da mettere in sicurezza sia le strutture sociosanitarie e riabilitative, che gli ospiti e gli operatori.

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