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Cronaca Lucera

Metto a repentaglio la mia vita tutti i giorni perché questo è il mio lavoro (che devo e voglio fare)

Il responsabile del Dipartimento Lastaria di Lucera risponde alle accuse mosse in seguito al trasferimento di alcuni pazienti (negativi) della Rsa 'San Raffaele' di Troia, focolaio di Coronavirus

Monta la polemica per i pazienti (negativi) della Rsa 'San Raffaele' di Troia, focolaio di Coronavirus, trasferiti all'ospedale 'Lastaria' di Lucera. Sulla vicenda è intervenuto pubblicamente il Massimo Zanasi, già primario di Geriatria e ora responsabile del Dipartimento Lastaria di Lucera.

"Alcune madri e padri anziani della nostra provincia, che fa parte nella nostra Regione e quindi della nostra Nazione, hanno bisogno di essere ricoverati per continuare ad essere curati come fossero mia madre o mio padre o i vostri genitori. L'unico reparto esistente di lungo degenza dove ciò può essere assicurato, nella nostra provincia, è quello da me diretto", spiega Zanasi.

"I pazienti in questione (che non sono villeggianti ospiti di un albergo o parteciparti ad una costosa crociera) sono negativi per malattie infettive e sono stati controllati da personale sanitario specializzato prima del trasferimento ma, ripeto, hanno bisogno di cure protratte. Cosa si sarebbe dovuto fare? Abbandonarli al loro destino? Aspettare prendessero altre malattie oltre quelle che hanno?", chiede retoricamente Zanasi. "Il senso di responsabilità, l'onestà professionale e la competenza ci induce a prenderci carico di tutti i cittadini, non di una parte".

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"Peraltro, se è vero come è vero, che ogni cittadino é potenzialmente infetto, non dovrei ricoverare più nessuno? Nemmeno i cittadini di Lucera che continuano a ricoverarsi quotidianamente? Il nostro Policlinico di cui il Plesso di Lucera fa parte insieme alla Asl ha il dovere di prendersi cura di tutti i cittadini (compresi gli extracomunitari) e ciò si deve fare e si fará sempre", chiarisce. "A Lucera ho trovato una comunità solidale, attenta, presente, vigile. Me ne compiaccio quotidianamente. Ma la solidarietà non deve e non può essere solo economica (che pure è importante..)"

"Qualcuno ha però pensato che non avessimo ventilatori se non in foto; le stesse persone, a fronte della dotazione dei ventilatori si sono chieste come mai il Lastaria fosse fuori dalla rete Covid (come in effetti è..) quasi fossimo relegati al ruolo di appendice. Probabilmente le stesse persone oggi si chiedono se non stiamo contaminando la comunitá con scelte, ripeto, sanitarie non alberghiere. Se qualcuno pensa che devo interpellare non so chi, prima di dare aiuto a chi ha bisogno per avere il via libera, si sbaglia di grosso. Non sono un santo ma un medico!
Chi mi conosce professionalmente sa che non lascio mai nulla al caso e questa è l'unica certezza, e ricordo a tutti che, silenziosamente, metto a repentaglio la mia vita tutti i giorni perché questo è il mio lavoro che devo e voglio fare. Siamo tutti in trincea, tutti sulla stessa barca e dobbiamo remare tutti nella stessa direzione".

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