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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Cerignola

Patrizia è guarita, messaggio di speranza da Foggia: la cura sperimentale ha funzionato. "I medici hanno rischiato la vita per me"

Una 38enne di Cerignola in via di guarigione racconta la sua lotta contro il Covid19, dai primi sintomi fino al trasferimento all'Ospedale D'Avanzo. Ricoverata da dieci giorni, risponde bene alle terapie. E ringrazia i suoi eroi

Patrizia sta meglio ed è finalmente tornata a sorridere. La cura sperimentale contro il Covid19 sta facendo i suoi effetti. Con un selfie insieme al personale sanitario dal plesso D'Avanzo del Policlinico Riuniti, dov'è ricoverata da dieci giorni, rassicura la sua Cerignola. "Grazie a tutti i medici di Foggia che hanno rischiato la loro vita per salvare la mia". Così tira un sospiro di sollievo. Loro, dentro le tute, sorrido con gli occhi. Appena finita la terapia del mattino, Patrizia Borrelli, 38enne del centro ofantino, ripercorre il suo faccia a faccia con il mostro invisibile: "Ho iniziato ad avere la febbre, per due giorni 37 e mezzo, al terzo giorno 38, poi il pomeriggio sentivo dei brividi di freddo, le mani ghiacciate e una tosse che non andava mai via, una tosse secca, non era grassa - racconta a FoggiaToday - Sono stata male il quinto giorno di febbre, che curavo con la Tachipirina. Ho iniziato ad avere la sensazione di respirare solo con la bocca, cioè se respiravo col naso andavo in apnea. E quindi ho riferito alla dottoressa della Asl, Viviana Balena, che iniziavo a stare male: non riuscivo più a respirare bene, la febbre cominciava a superare i 39 e non scendeva più, con la Tachipirina diminuiva giusto di qualche linea ma poi risaliva dopo qualche ora. Avevo brividi di freddo, un freddo incontenibile, e non saprei descrivere, avevo proprio la sensazione che qualcuno mi avesse dato un pugno dietro la schiena".

Il 25 marzo Patrizia è stata trasferita in ambulanza a Foggia e ricorda per filo e per segno quelle ore e poi l'attesa. "Quando sono arrivati a casa gli operatori del 118, la saturazione andava bene, era a novanta, però vedevano che avevo la febbre e continuavo a tossire. Al che mi hanno chiesto se volessi essere ricoverata perché era una mia scelta. Avessi avuto solo la febbre sarebbe stato un conto, ma ti prende la nausea, non mangiavo niente e vomitavo solo acqua, e sentivo proprio che non era normale, anche perché io mi ammalo molto poco. Ricordo bene che pioveva quel mercoledì sera di una settimana fa. Sono arrivata a Foggia che avevo i decimi perché ho preso la Tachipirina. Io avevo già un po' di bronchite mal curata e con il Coronavirus si era trasformata in polmonite Sars congiunta al Covid19. Mi hanno fatto il tampone, l'emogasanalisi, mi hanno messo in stanza su una branda molto scomoda, ho aspettato 24 ore con questa tosse, con altre quattro se non pure cinque persone nella stanza".

Patrizia, nonostante quello che sta passando, ha un pensiero gentile anche per quei vicini di letto e compagni di disavventura, e la paura non la nomina mai. "Aspettavamo che ci dessero la risposta e siamo stati una giornata lì. Il pomeriggio mi hanno detto che io ero positiva e gli altri erano quasi tutti negativi per fortuna. Poi mi hanno portato al D'Avanzo dove ho iniziato la cura sperimentale e gli antibiotici. È una compressa rosa che ha la stessa grandezza della Amoxicillina che mi danno, dell'antibiotico. Prendo due compressine rotonde piccoline bianche che mi danno sia la mattina che la sera e solo la sera mi danno questa compressa rosa. Per fortuna non mi hanno mai intubata, adesso la cura sta funzionando, mi sento già meglio però ho sempre quel senso di nausea, emicrania tutti i giorni, perché comunque sono gli effetti collaterali del Covid e delle medicine che prendo. Credo che dovrò stare qua ancora un'altra settimana, poi mi faranno il tampone, se è negativo andrò in isolamento a casa. La dottoressa Balena è stata previdente a mandarmi subito il 118". La famiglia della giovane donna e mamma di Cerignola sta bene, ma si era messa in autoisolamento: "Ci avevano detto che eravamo in lista per i tamponi ma questi tamponi a casa non sono venuti mai a farli e noi per coscienza ci siamo messi in quarantena".

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