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Cronaca Via San Severo

Costringevano ragazzine a prostituirsi: condannati i due fratelli-aguzzini del campo rom di via San Severo

Ragazze ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi per pochi spiccioli. Il Gup del Tribunale per i Minorenni di Bari ha condannato i due, di 17 e 18 anni, rispettivamente a 8 anni e 6 anni e 4 mesi di reclusione. Nei prossimi mesi, invece, inizierà il processo per altri quattro indagati

Condannati rispettivamente a 8 anni e 6 anni e 4 mesi di reclusione i due fratelli romeni, di 17 e 18 anni, accusati di riduzione in schiavitù, prostituzione minorile e sequestro di persona ai danni di tre connazionali 16enni. 

È quanto stabilito dal gup del Tribunale per i Minorenni di Bari, Rosella Politi, all'esito del processo con rito abbreviato celebrato nei confronti dei due giovani. Per la stessa vicenda, altri quattro soggetti (i genitori e un'altra coppia sempre appartenente al medesimo nucleo familiare) risultano indagati e verranno processati con rito ordinario, in Corte d'Assise a Foggia. Il processo inizierà a gennaio 2020.

Le immagini video della baracca degli orrori

La vicenda fu scoperta un anno fa, quando all'alba del 30 novembre dello scorso anno, gli agenti della Squadra Mobile di Foggia eseguirono il decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, D.D.A e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bari, nei confronti di sei soggetti, tutti di origine rumena, domiciliati presso il campo rom di Foggia, sito in  via San Severo.

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I sei rispondono dei delitti, tutti pluriaggravati, di riduzione e mantenimento in stato di servitù, induzione e sfruttamento della prostituzione minorile e sequestro di persona; reati consumati dal marzo al settembre dello scorso anno. Dei due fratelli, uno risponde anche di lesioni personali aggravate per aver brutalmente picchiato una delle ragazze (con la quale aveva una relazione), mentre era al settimo mese di gravidanza. A causa delle percosse, la giovane abortì e successivamente al tragico evento decise di fuggire dal campo rom e di denunciare gli abusi alla polizia. La ragazza, è emerso, era stata costretta a prostituirsi anche durante il periodo di gravidanza, mentre i suoi aguzzini avevano organizzato la compravendita del bambino per la somma di 28mila euro.

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