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Cronaca Candela

Claudio Onorato, non si fermano le indagini sul 30enne suicida a Candela: aveva paura, un Carabiniere potrebbe sapere

Chi l'ha Visto? è tornata ad occuparsi ieri della vicenda accaduta un anno fa. Spunta un possibile testimone. Sabato 20 luglio festa a Candela organizzata dagli amici in memoria della vittima, continua la raccolta fondi

‘Chi l’ha visto?’ è tornata ieri ad occuparsi di Claudio Onorato, il 31enne di Candela morto suicida nel febbraio 2018. Fu ritrovato impiccato nella sua casa. Un mese prima, il 6 gennaio, era stato picchiato dalla famiglia della ragazza che frequentava.  Foggiatoday svelò il caso. Mamma Cinzia non si arrende: vuole capire se tra il pestaggio e il suicidio vi sia un nesso di causa-effetto. Solo poco tempo fa, attraverso il legale Vito Mecca, è riuscita ad ottenere il respingimento della Procura di Foggia all’istanza di archiviazione della vicenda.

“Agli autori delle percosse è stata comminata ad oggi una mera sanzione amministrativa. Noi vogliamo che si indaghi nell’ultimo mese di vita di Claudio”. Verificando cellulare, pc e quant’altro possa far comprendere agli inquirenti cosa sia accaduto ad un ragazzo che amava la vita, la musica, “incapace di far del male ad una mosca”, innamorato della sua ragazza e del reggae (il suo nome d’arte era Tommy Meraviglia). E qualcosa sembra muoversi, quantomeno il muro di omertà e silenzio che può avvolgere un paese piccolo come Candela sembra subire degli scossoni. Vi sarebbe un Carabiniere, svela ‘Chi l’ha visto?’ che avrebbe qualcosa da dire, e sarà ascoltato. “Confidenti gli avrebbero detto che Claudio avrebbe ricevuto minacce, sulla scorta delle quali sarebbe stato indotto al suicidio” dichiara l’avvocato Mecca.

Intanto emergono i primi messaggi che potrebbero fornire elementi utili. Claudio era stanco e aveva finanche paura di uscire di casa da solo: “Ho bisogno che questi parassiti mi lascino stare, non voglio più vederli né sentirli”. E poi c’è il messaggio della sua fidanzata ad un amico di Claudio: “Devi parlare con Claudio – scriveva-, devi dire di non fare niente sennò mi obbligano a denunciare e se mi mettono il cell sotto controllo escono cose che non devono uscire. Lui sa cosa”. La Procura ascolterà anche altre persone informate dei fatti. Al momento non c’è nessun indagato per istigazione al suicidio. Sabato 20 luglio, intanto, ci sarà una festa a Pavia, dove abita la famiglia, per ricordare 'Cla'. Resta sempre aperta la raccolta fondi avviata da un'amica, Silvia, per sostenere le spese legali e tutto quanto serva per cercare la verità. "Lotteremo finchè giustizia non sia fatta" si legge sulla pagina del Comitato nato allo scopo.

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