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Cronaca Pietramontecorvino

Castrum di Montecorvino: finalmente ora c’è il vincolo archeologico

Un'area sempre più ricca di ritrovamenti. Tra i reperti mobili, anelli, punte di frecce, maioliche, blocchi decorati e monete. Lamarucciola: "Attivare risorse per la tutela e valorizzazione"

Finalmente è ufficiale: sull’area di Montecorvino, dove sorgono l’antica torre e i resti della cattedrale che fu dimora di Sant’Alberto, è stato posto il vincolo archeologico. A comunicarlo con una nota ufficilae è stato il Centro Operativo per l’Archeologia della Daunia. "Si tratta di un provvedimento fondamentale poiché, d’ora in poi, sarà possibile attivare nuove risorse per tutelare e per valorizzare un sito di enorme pregio sia dal punto di vista ambientale che archeologico” dichiara il sindaco di Pietramontecorvino, Rino Lamarucciola.

La campagna di scavi effettuata lo scorso anno sotto l’egida del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Foggia e condotta dai professori Pasquale Favìa e Roberta Giuliani con il contributo dei comuni di Pietramontecorvino e Motta Montecorvino, ha portato alla luce una seconda torretta castrense con cisterna, una piccola chiesa signorile, delle torri che fiancheggiavano l’ingresso dell’antica cattedrale, nuovi ambienti episcopali e diverse sepolture e fosse granarie.

Le campagne di scavi svolte finora stanno ricostruendo, accanto agli imponenti resti della torre castrale (la cosiddetta “sedia del diavolo”), l’intera planimetria della cattedrale e del castello che dominava un insediamento di età bizantina (inizi XI secolo) con funzione di Castrum e di importante sede vescovile.

L’indagine archeologica sta permettendo di ricostruire anche gran parte della storia del sito e di far luce sul perché della sua scomparsa agli inizi dell’evo moderno. Sono numerosissimi i reperti mobili ritrovati: dai blocchi decorati della cattedrale a intonaci dipinti, maioliche, vetri decorati, anelli, monete bronzee, punte di frecce, attrezzi da lavoro. Nel sito archeologico di Montecorvino sono riemerse le tracce evidenti di una lunga cinta muraria a difesa dell’antico insediamento medievale.

L’area, posta su un rilievo ubicato al centro del triangolo descritto dagli skyline di tre paesi (Pietramontecorvino, Volturino e Motta Montecorvino), è caratterizzata dalla maestosa presenza della cosiddetta ‘Sedia del diavolo’, la torre alta 24 metri che poggia su una base quadrangolare di 120 metri quadrati.

La costruzione, dopo diversi crolli subiti negli ultimi decenni, si presenta divisa e aperta in senso longitudinale. Tutti gli ultimi ritrovamenti indicano che la Torre è solo uno degli elementi di un vero e proprio castello.

Gli archeologi hanno scoperto una chiesetta, proprio al lato della Torre, una cisterna per la raccolta dell’acqua, alcune fosse granarie e un antico piano stradale a meno di due metri dalla superficie del terreno.

Il ritrovamento di alcuni pregevoli manufatti di ceramica invetriata, per la particolare fattura di raffigurazioni e colori, è la prova della ricchezza e della vitalità del Castrum di  Montecorvino.

Si tratta di un sito, dunque, la cui bellezza e importanza accrescono ad ogni campagna di scavi.

 

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