rotate-mobile
Cronaca Serracapriola

Caso migranti a Serracapriola, sindaco tra due fuochi: pressing della Prefettura ma i suoi dicono 'no'

Il sindaco D'Onofrio tra due fuochi: il pressing della Prefettura e il 'no' del Consiglio comunale e del vice Camporeale

Il Consiglio comunale di Serracapriola si unisce al coro dei ‘no’ che da numerosi comuni giunge all'indirizzo del Ministero dell'Interno in tema di migranti. Qualche giorno fa il sindaco, Giuseppe D'Onofrio, si è visto rispedire al mittente da 2/3 del Consiglio comunale la proposta di attivare lo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), così come da richiesta della Prefettura di Foggia.

E se lo è visto rispedire dalla sua stessa maggioranza di centrodestra, vicesindaco in testa. "Ho fatto il sindaco per due mandati a Serracapriola" dichiara a Foggiatoday l'attuale vice Marco Camporeale, "e posso mettere nero su bianco, senza tema di smentita, che queste misure altro non sono che spot del Governo che scaricano il problema immigrazione sull'anello più debole della catena, i comuni".

Camporeale ha portato in aula una dura relazione contro la manifestazione di indirizzo del suo sindaco. Sul punto si rischia la frattura politica. Anche perché D'Onofrio pare di altro avviso, è possibilista. "In qualità di primo cittadino devo dare risposte al Prefetto. E se non apriamo agli Sprar, come hanno già fatto altri comuni di Capitanata, rischiamo che la Prefettura di imperio ci rifili un Centro di Accoglienza Straordinaria. A marzo ci sarà il bando e nulla vieta al Ministero di obbligarci ad accogliere". 

LE PRECISAZIONI DEL SINDACO D'ONOFRIO

L'accoglienza come obbligo, dunque. Ma cosa sono gli SPRAR? Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati meno impattante sui territori, che accolgono in misura proporzionale rispetto al numero della popolazione residente (2,5 unità per 1000 abitanti) ed è costituito dalla rete degli enti locali che intervengono superando la sola distribuzione di vitto e alloggio e prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, percorsi individuali di inserimento socio-economico. Il tutto attraverso le risorse disponibili nel Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. 

"Un sistema di accoglienza così concepito - recita la recente circolare ministeriale - incentrato sul più ampio coinvolgimento delle realtà municipali e sulla massima diffusione dei migranti sui vari territori, permette di ottenere un duplice, favorevole effetto: da un lato assicura una riduzione significativa dell'impatto che l'arrivo dei migranti è suscettibile di avere su un singolo territorio; dal'altro garantisce una maggiore efficacia dei percorsi di integrazione e di inclusione sociale puntando sui progetti SPRAR proposti dai sindaci insieme ai soggetti del terzo settore qualificati". 

Serracapriola, con i suoi 4200 abitanti, è destinata ad accogliere una quarantina di migranti. "Sicuramente meglio dei CAS" si sfoga D'Onofrio che, ci tiene a precisare, dal suo insediamento, otto mesi fa, ha provveduto a smantellare tutte le situazioni di irregolarità. "Allo stato in paese abbiamo circa 350 immigrati comunitari residenti e 50 cittadini extracomunitari. Non vedo problemi ad accogliere qualche altra unità, ovviamente in situazioni di protezione e risorse per l'integrazione". Come lo SPRAR è. 

Ma Camporeale non ci sta: "Non è vero, abbiamo situazioni di irregolarità al confine col Molise, terra in cui molti immigrati lavorano, soprattutto d'estate. E comunque in città siamo ben oltre la quota stabilita: 400 immigrati costituiscono il 10% già. Non abbiamo servizi né forze sufficienti per garantire una sicura e dignitosa convivenza".

Nel 2002 fu lo stesso Camporeale ad indire un referendum sul tema a Serracapriola. Ed il piccolo paese foggiano, ultimo geograficamente verso Nord, disse no. Non li vogliamo. E in aula, venerdì sera, ha ripetuto il suo niet. D'Onofrio scrolla il capo: "Porterò questa posizione in Prefettura - ci dice -. Non so cos'altro fare". E gli va il merito, ad ogni modo, di essere favorevole all'accoglienza nonostante il colore politico. Basti pensare che proprio ieri, in provincia di Benevento, un sindaco Pd ha fatto bloccare la strada di accesso ad un agriturismo che doveva ospitare migranti.

L'ultimo caso in provincia di Foggia a fare clamore fu quello di Motta Montecorvino. Oggi si aggiunge Serracapriola a mettere in tasca la mano che dovrebbe tendere. Il timore, più che altro, sembra quello di essere lasciati soli una volta accettato di partecipare al progetto ministeriale. Da questo punto di vista i livelli romani dovrebbero, probabilmente, offrire maggiori garanzie a realtà che faticherebbero ad offrire agli stessi migranti condizioni di vita e di integrazione dignitose.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caso migranti a Serracapriola, sindaco tra due fuochi: pressing della Prefettura ma i suoi dicono 'no'

FoggiaToday è in caricamento