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Cronaca

Dal Cara a Passo Breccioso, quando il cibo diventa rifiuto: uno spreco da fermare!

Centinaia di vaschette di cibo finiscono nell'impianto di Passo Breccioso. Il problema è che non tutti gli ospiti del centro di Borgo Mezzanone, che al mattino si recano a Foggia, rientrano per pranzare

Rifiutare il cibo, tanto più in un periodo in cui circa 800 milioni di persone soffrono per la fame, sarebbe davvero un peccato; ancor più sprecarlo sapendo che non verrebbe ugualmente consumato. Le centinaia di vaschette di cibo che quasi quotidianamente dal Cara di Borgo Mezzanone finiscono tra i rifiuti dell’impianto di Passo Breccioso, non possono passare inosservate; meritano invece più di un approfondimento.

Nella relazione del febbraio 2013 dell’Osservatorio Detenzione Accoglienza Migranti Puglia – tra le criticità del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Borgo Mezzanone – si leggeva: “Non sono state registrate particolari lamentele riguardo a i servizi erogati, salvo una generale insoddisfazione per la qualità del cibo servito a mensa”.

Altri tempi, perché dal gennaio 2014 è la cooperativa Sisifo a gestire il centro, il cui responsabile immigrazione, a Foggia Today, assicura di non essere al corrente di rivolte o lamentele sul servizio mensa, sostenendo che spesso ai migranti viene data persino l’opportunità di indicare alcune pietanze da cucinare per soddisfare determinati bisogni, dovuti evidentemente alle abitudini e alle tradizioni.

Scongiurata quindi l’ipotesi di una scarsa qualità del cibo, la più accredita sembra essere quella secondo la quale i circa 650 ospiti del CARA, località di Manfredonia situata a venti chilometri da Foggia, per sopraggiunti impegni, motivi di lavoro o personali, a pranzo non fanno rientro nella struttura. Va precisato che le corse messe a disposizione ci sono e che da via Galliani a Borgo Mezzanone la linea 24 impiega trentacinque minuti, viceversa venticinque.

Tutto ciò premesso, la Sisifo, invece, sarebbe obbligata - come da convenzione sottoscritta con la Prefettura - a gestire un numero di piatti corrispondenti al numero di presenze - che si aggirano tra le 600 e le 650 - e che peraltro vanno consumati all’interno dei locali, dalle 12.30 alle 14 e dalle 19 alle 21. Dal momento in cui riciclarli diventa quasi impossibile, centinaia di vaschette purtroppo finiscono tra i rifiuti.

Non potendo obbligare gli ospiti (che al mattino si spostano in città) a rientrare al Cara per pranzare, probabilmente la soluzione ottimale sarebbe quella di predisporre un numero di pasti inferiore al consentito; andando oltre la convenzione e invitando i migranti ad assicurare o meno la loro presenza tra i tavoli della mensa. In fondo, sosteneva George Bernard Shaw, “non c’è amore più sincero di quello per il cibo”.

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