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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca San Severo

Cane randagio morto a San Severo, Cascavilla: “Querelo Miglio e tutti i coinvolti”

Nunzio Cascavilla punta il dito contro l'Asl, nella persona della dott.ssa Carafa. "Amministratori compromettono nostro lavoro fatto su migliaia di cani in questi sette anni e mezzo"

Nunzio Cascavilla, responsabile volontario del canile di San Severo di proprietà dell’Enpa, replica alle affermazioni dell’assessore con delega al Randagismo, Lino Albanese, e del sindaco Francesco Miglio, in merito al decesso del cane randagio morto dopo esser stato reimmesso sul territorio comunale.

NUNZIO CASCAVILLA. “Il cane è stato reimmesso sul territorio non per un capriccio di Enpa, ma per una precisa disposizione ASL, nella persona della dott.ssa Marisa Carafa in ottemperanza all'ordinanza di reimmissione sul territorio dei cani microchippati, sterilizzati, in buono stato di salute e non aggressivi, emessa del sindaco Michele Santarelli n. 205 del 04 giugno 2007 e tuttora vigente.

Come si evince dalla documentazione che allego, il cane è entrato nel canile sanitario di proprietà comunale e, dopo sette anni, ancora privo di qualsivoglia autorizzazione sanitaria, in data 11 ottobre 2013, è stato sterilizzato il 25 marzo 2014 e reimmesso sul territorio il 14 ottobre 2014 e, come da dichiarazione allegata della dott.ssa Marisa Carafa, in buono stato di salute e non presenta comportamento di aggressione al momento della reimmissione. La stessa dottoressa è la responsabile della mancata iscrizione del cane nell' ACIR della Regione Puglia, che andava fatta nel lontano 11 ottobre 2013.

Abbiamo onorato con il nostro volontariato e incessante lavoro svolto notte e giorno sin dal lontano 5 gennaio 1959 e non meritiamo di essere trattati così squallidamente. Informo che presenterò querela contro il sindaco di San Severo e tutti coloro che sono coinvolti nella morte dell'animale, affidato, tra l'altro alle cure di una ex Enpa senza appropriata qualifica.

Il fatto è che questi amministratori del Comune di San Severo danno l'impressione di non aver valutato a quali disagi stanno esponendo gli animali e, avendoci proibito, il loro dirigente,  reimmissioni e ingressi, stanno compromettendo tutto il lavoro fatto su migliaia di cani in San Severo in questi sette anni e mezzo”.

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