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Cronaca

Alle porte di Foggia costretti a vivere tra topi, liquami e rifiuti: “Ma questa è vita?”

Vincenzo Rizzi evidenzia le precarie condizioni igienico-sanitarie del campo nomadi di Borgo Arpinova: "Io mi vergogno di essere foggiano quando vedo queste cose, non so voi"

Gli anni passano, ma al ‘Campo Nomadi’ di Borgo Arpinova la situazione resta invariata: “E’ invivibile  e indegna” ha sentenziato questa mattina il consigliere comunale Vincenzo Rizzi, evidenziando insieme a Giorgio Cislaghi e agli attivisti di Alternativa Libera, le precarie condizioni igienico-sanitarie in cui vivono quattrocento persone (che peraltro non godono più del servizio di trasporto pubblico per e da Foggia). Lo hanno fatto nel giorno in cui con un’interrogazione scritta l’on. Eleonora Bechis di AL ha portato il problema all’attenzione delle commissioni parlamentari.

Bambini costretti a giocare in mezzo ai ratti che scorrazzano tra cumuli di rifiuti accatastati, liquami, pozzanghere d’acqua, buche e pali della pubblica illuminazione pericolanti. Questa è la fotografia del campo nomadi alle porte di Foggia. “Io mi vergogno di essere foggiano quando vedo queste cose, non so voi” ha affermato Vincenzo Rizzi.

Foggia, il campo nomadi di Arpinova: foto di R. D'Agostino

Eppure – sottolineano gli esponenti di AL - il Comune di Foggia paga sia il servizio di raccolta rifiuti, sia l’attività di svuotamento dei pozzi neri. “Cosa ci si può aspettare da persone che sono obbligate a vivere relegate ai confini del territorio comunale, senza servizi e senza i minimi diritti di igiene e trasporto? Come intende porvi rimedio l’Amministrazione Comunale? A queste domande chiediamo risposta e, visto che le risposte date ai consiglieri comunali non concordano con i fatti riscontrabili, abbiamo posto la questione al Governo. Ora ci aspettiamo che qualcuno si attivi per accertare responsabilità e porre rimedio a una situazione di degrado indegna di una società che si vuol dire civile”.

CAMPO NOMADI DI ARPINOVA: IL VIDEO

Vincenzo Rizzi ha concluso: “Chi sono i responsabili, dove sono finiti i soldi, che cosa si sta facendo per questa gente? Dobbiamo aspettare che qualche neonato muoia tra le fiamme di queste capanne per indignarci? Non possiamo girare lo sguardo dall’altra parte”.


 

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