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Cronaca Cerignola

Maltrattata, apostrofata gravemente e picchiata dal figlio: fine di un incubo per un'anziana madre

Pasquale Dinoia, pluripregiudicato di Cerignola, è stato arrestato dalla polizia. La donna ha denunciato il figlio quando questi era in carcere per inosservanza della sorveglianza speciale

Trattava male l’anziana madre, l’apostrofava gravemente e quando era in preda all’alcol e alla droga non esitava a picchiarla brutalmente. Per questa serie di motivi gli agenti del commissariato di pubblica sicurezza di Cerignola diretti dal vicequestore aggiunto, Loreta Colasuonno, il 7 settembre hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del pluripregiudicato 49enne Pasquale Dinoia.

Le indagini sono scattate la scorsa primavera quando la 92enne, accompagnata dall’altro figlio, sosteneva di non riuscire più a sopportare la convivenza con Di Noia,  nullafacente e sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno. Per provare le angherie e le violenze subite, presentava anche una serie di referti medici. Ciononostante in un primo momento l’anziana donna, impietosita dall’idea che il figlio sarebbe finito per strada, decideva di concedergli un’altra chance.

                                                               

Dopo un breve periodo di “buona condotta”, a luglio erano ripresi i maltrattamenti. A seguito di segnalazione giunta presso il comando dei carabinieri per una lite in famiglia, si rendeva necessario l’intervento di una pattuglia che, al momento dell’intervento, trovavano il 49enne per strada in compagnia di altre persone e in palese stato di ubriachezza.

AGGREDISCE FRATELLO E NIPOTE: ARRESTATO

La vittima ai militari dell’Arma disse che aveva avuto da poco un diverbio con il figlio, in quanto le aveva vietato di mangiare e buttato il cibo che la madre gli preparato nella tazza del bagno. Aggredita fisicamente, l’anziana signora era riuscita a guadagnare la fuga ma era svenuta sull’uscio di casa. Pasquale Di Noia fu arrestato dagli uomini del 112 per le inosservanze alla sorveglianza speciale.

Durante la permanenza in carcere del figlio violento, la 92enne approfittava della sua assenza per incontrare nuovamente i poliziotti del commissariato ai quali diceva che i maltrattamenti subìti non erano mai terminati e che non sopportava più questa situazione, aggiungendo che non voleva più che il figlio tornasse presso la sua abitazione e che lo avrebbe aiutato solo nel momento in cui avesse deciso di farsi curare presso una comunità di recupero per tossicodipendenti e alcolizzati.

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