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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Troia / Contrada Staffio

La uccide e la getta nel pozzo: confessa Michele Mandara, 41enne di Troia

Il fatto sarebbe avvenuto lo scorso 30 novembre, al termine di un violento litigio per un prestito non onorato. Per l'agricoltore, la Procura della Repubblica di Foggia ha emesso un provvedimento di fermo d'indiziato di delitto

Due colpi di fucile esplosi alle spalle, all’altezza del petto. Uno scatto d’ira, al termine di un violento litigio avvenuto sull’uscio di un’abitazione di campagna in contrada Staffio, in agro di Troia, ad una ventina di km da Foggia.

E’ stata uccisa così, lo scorso 30 novembre, Zhanna Hashenko, 42enne ucraina residente a Quagliano, nel Napoletano, e ritrovata cadavere lo scorso sabato pomeriggio, all’interno di un pozzo artesiano distante poco meno di 600 metri dal luogo dell’omicidioDella donna, che stando alle testimonianze raccolte si prostituiva lungo la strada statale 16, si erano perse le tracce a fine novembre. Una sua connazionale ne aveva denunciato la scomparsa il 4 dicembre, allarmata dal fatto che nella sua abitazione “d’appoggio” in via Sant’Alfonso, a Foggia, ci fossero tutti i suoi effetti personali mentre il telefono risultava costantemente muto.

Per questo i militari avevano subito temuto che la 42enne fosse rimasta vittima di un suo cliente, ed è stato quello il primo ambiente ad essere scandagliato dagli inquirenti. Così, dall’esame dei tabulati telefonici, incrociati con le testimonianze raccolte da amici e conoscenti della donna, è stato possibile risalire ad un non meglio identificato Michele di Troia, con il quale la donna doveva incontrarsi il giorno della sua scomparsa. Per i militari non è stato difficile identificare l’uomo in Michele Mandara, 41enne agricoltore del luogo.

Nella memoria del suo telefono cellulare, infatti, i militari hanno trovato oltre 90 sms inviati dall’uomo alla donna (e solo due in risposta), della quale probabilmente si era invaghito, ma nulla che lasciasse presagire un simile epilogo. Per gli inquirenti, infatti, non è questo il movente dell’omicidio: secondo quanto riferito dall’uomo – incensurato e crollato nel corso di un drammatico interrogatorio lo scorso sabato – lo stesso aveva prestato alla donna la somma di 4000 euro in due tranche di 2000 euro ciascuna, consegnate rispettivamente a giugno e a settembre scorsi.

Denaro che la donna non aveva intenzione di restituire. Ne è quindi scaturito un violento litigio all’esito del quale – mentre la donna stava lasciando l’abitazione – l’uomo ha imbracciato il fucile da caccia del padre (arma legalmente detenuta) e ha esploso due colpi secchi alle spalle della 42enne, che è morta sul colpo. Alcune ore dopo l’omicidio, l’uomo ha poi caricato il cadavere sul suo furgoncino da lavoro e lo ha abbandonato all’interno di un pozzo poco distante, dove è stato ritrovato su indicazione dello stesso Mandara.

Il corpo è stato poi ritrovato in avanzato stato di decomposizione e recuperato solo grazie all’intervento di una squadra del Nucleo Speleo-alpino-fluviale dei vigili del fuoco del comando provinciale di Foggia. Per il fatto, la Procura della Repubblica di Foggia ha emesso un provvedimento di fermo d’indiziato di delitto a carico del 41enne che, dopo le formalità di rito, è stato associato alla casa circondariale di Foggia. 

Troia, cadavere donna in un pozzo d'acqua: foto R. D'Agostino

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