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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Manfredonia

Bomba davanti negozio, il 22enne accusato: "Se dicono che sono stato io lo ritrovano giù al mare”

Arrestato il 22enne manfredoniano Tommaso Tomaiuolo, accusato di aver gravemente minacciato i parenti dei titolari di un'attività nei confronti della quale è a processo con l'accusa di danneggiamento mediante bomba carta

“Riferisci ai tuoi parenti che la prossima volta che dicono che il negozio l’ho acceso io, il negozio lo ritrovano giù al mare”. Dovrà rispondere del reato di minacce nei confronti dei titolari di un negozio del centro sipontino, il 22enne di Manfredonia, Tommaso Tomaiuolo, arrestato dagli agenti del commissariato cittadino.  

Le minacce facevano riferimento all’episodio del danneggiamento, mediante il collocamento di una bomba carta, in danno di un esercizio commerciale avvenuto nel giugno del 2015. La deflagrazione dell’ordigno, non solo provocava ingenti danni al negozio davanti al quale era stato collocato la bomba carta, ma anche ad alcune abitazioni poste nelle vicinanze ed anche ad alcuni veicoli parcheggiati nei pressi.

La cosa che più destava preoccupazione era il fatto che solo per un caso fortuito, nessun passante era rimasto ferito. Infatti la bomba carta era esplosa in una zona che in quel momento era  frequentata da diversi giovani, per via della presenza di alcuni locali della “movida” sipontina. Dunque in seguito al grave fatto, gli agenti del commissariato di Manfredonia avviavano le prime indagini finalizzate all’individuazione dell’autore.

Si è proceduto sia all’ascolto dei titolari del negozio e  sia si procedeva all’acquisizione e alla visione delle immagini di video-sorveglianza non solo di impianti presenti sul luogo dell’esplosione, ma dislocati anche a distanza di qualche chilometro. Il lavoro certosino, svolto dal personale del commissariato, in particolare la visione di diverse ore dei filmati acquisiti, consentiva di raccogliere numerosi elementi utili all’individuazione dell’autore, nonostante questi fosse completamente travisato.

In particolare visionando i filmati, si è potuto osservare che la persona che aveva collocato l’ordigno presentava gli arti inferiori con la caratteristica conformazione ricurva verso l’esterno, cosiddetto ginocchio “varo”. Tra le persone che presentavano tale caratteristica fisiche,  ve ne era una ià nota agli agenti che stavano conducendo le indagini: Tommaso Tomaiuolo. Pertanto i poliziotti hanno effettuato una perquisizione presso la sua abitazione al fine di trovare elementi di riscontro all’attività di indagine.

In un cassetto del mobile della camera da letto, è stata recuperata una pistola lancia-razzi, con caricamento a tamburo, senza marca riportante la dicitura Mod. 1917 Cal. 22. Estendendo la perquisizione al resto dell'appartamento, è stato recuperato un jeans identico a quello indossato dalla persona ripresa all’atto di collocare l’ordigno.

Confrontando i fotogrammi estrapolati dall’impianto di videosorveglianza, si era potuto constatare la corrispondenza dei particolari tagli applicati sul capo, nonché le toppe, in maniera particolare quella applicata sulla coscia destra del pantalone, che facevano ritenere con assoluta certezza, che il capo di abbigliamento sequestrato, era quello indossato dalla persona che aveva collocato l’ordigno esplosivo.

Nel corso della perquisizione gli agenti hanno recuperato anche il paio di scarpe indossate dal Tomaiuolo mentre collocava l’ordigno. Per i fatti accertati, il 22enne è stato denunciato all’autorità giudiziaria, che lo ha rinviato a giudizio. Lo scorso febbraio, quando ormai era già in corso il processo penale di primo grado a carico del 22enne, questi ha avvicinato un parente dei titolari del negozio, danneggiato dall’esplosione, e lo ha minacciato che avrebbe fatto saltare in aria il negozio qualora non fossero state ritirate le accuse mosse nei suoi confronti.

L’attività di indagine svolta in seguito alle minacce proferite dal giovane hanno che effettivamente il Tomaiuolo aveva cercato di intimorire i titolari del negozio durante le fasi del processo, ancora pendente, affinché ritrattassero le accuse mosse nei suoi confronti. Pertanto sulla scorta degli elementi raccolti a carico del ragazzo, e considerato il rischio concreto che lo stesso potesse mettere in atto le gravi minacce, il P.M. che ha coordinato le indagini, ha chiesto e ottenuto il provvedimento restrittivo.

A conferma del pericolo concreto che il Tomaiuolo passasse alle vie di fatto, si ricorda che nel dicembre del 2016, in località Ruggiano, gli agenti del commissariato di Manfredonia lo avevano arrestato, ritenendolo responsabile di detenzione e fabbricazione illecita di materiale esplosivo. Nel corso di perquisizione domiciliare, i poliziotti rinvenirono in casa 47 ordigni esplosivi di fabbricazione artigianale, per un peso complessivo di oltre dieci chilogrammi.

Dunque il G.I.P., ritenendo la possibilità che se lasciato libero avrebbe potuto commettere altri gravi reati, ha emesso nei suoi confronti l’ordinanza di custodia cautelare. Al termine delle formalità di rito, è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

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