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Cronaca Cerignola

E' finita la latitanza di Capocefalo: finisce dietro le sbarre la "mente" del commando che sognava il colpo da 50 milioni

Capocefalo è ritenuto la “mente” del commando che, il 26 febbraio dello scorso anno, tentò il furto della vita, puntando al caveau della Loomis, vicino Chiasso, dove avrebbe trovato 50 milioni di franchi

Dopo una latitanza di oltre 8 mesi, Gioacchino Capocefalo, cerignolano ritenuto la "mente" del furto milionario al caveau della “Loomis”, importante società di trasporto valori e preziosi in Svizzera, si è consegnato ai carabinieri.

Lo scorso 20 febbraio, infatti, l’uomo - accompagnato dall’avvocato Antonio Merlicco - si è costituito presentandosi presso la compagnia ofantina dei carabinieri. L’uomo è stato, quindi, trasferito nel carcere di Foggia in attesa - precisa a FoggiaToday il legale -  “della decisione della Corte d’appello di Bari in merito alla richiesta di estradizione richiesta dalla magistratura svizzera. Una richiesta alla quale il mio assistito non si opporrà, essendo suo interesse essere processato e definire nei tempi più rapidi possibili la sua posizione”.

Capocefalo è ritenuto la “mente” del commando che, il 26 febbraio dello scorso anno, tentò il furto della vita, puntando al caveau della Loomis, vicino Chiasso, dove avrebbe trovato 50 milioni di franchi. Per il colpo, era stata messa su una vera e propria impresa criminale alla “Ocean’s Twelve” (da cui il nome dell’operazione) con 18 persone - arruolate tra Cerignola, Foggia e Bari - tutti ‘specialisti’ del crimine pronti a fare cartello per l’obiettivo comune. Al punto da 'investire' circa 40mila euro per materiale ed equipaggiamento propedeutico al colpo.

Il furto con la tecnica del ‘buco’ - classica nella tipologia ma estremamente elaborata nella realizzazione - venne fu sventato, 10 persone arrestate in flagranza di reato, 5 dalla polizia elvetica e altrettante dai carabinieri al confine con l’Italia. Per i 5 cerignolani arrestati in Svizzera il processo è già avviato e sono state pronunciate le prime sentenze per complessivi 16 anni di reclusione. Gli altri membri della banda furono arrestati successivamente, recuperando sodali tra Svizzera, Lombardia e Tavoliere.

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