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Cronaca Troia

Caporali foggiani shock, così sfruttavano i lavoratori: arrestati padre, figlia e collaboratore

Operazione anti-caporalato della Guardia di Finanza. Tre persone sono state arrestate all'alba di oggi. Si tratta di due italiani e di un romeno: rischiano dai 5 agli 8 anni di reclusione

Lavoratori sottopagati, sfruttati e costretti a vivere nel totale degrado. E caporali organizzati come in una vera e propria azienda: dal reclutatore della manodopera al direttore dei lavori, passando per il contabile.

E’ l’organizzazione scoperta e smantellata dall’operazione della guardia di finanza di Foggia che ha portato all’arresto, in carcere, di tre persone - due italiani e un romeno - accusate a vario titolo di intermediazione e sfruttamento del lavoro. Si tratta di Fausto Saracino, di 54 anni e di sua figlia Francesca, di 28. Insieme a loro, collaborava anche il 45enne Cornel Ion. Quest’ultimo, secondo le fiamme gialle, era la pedina mobile dell’organizzazione, in grado di reclutare la forza lavoro direttamente in Romania o in altri paesi dell’est Europa. Fausto Saracino, invece, era il “regista” dell’organizzazione, sua figlia la contabile del gruppo.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Foggia, sono partite d’iniziativa nel novembre del 2015, in piena campagna di raccolta delle olive, e sono terminate nel mese di aprile. Tramite pedinamenti, riprese video, intercettazioni ambientali e telefoniche, gli inquirenti hanno accertato le condizioni in cui era costretta la manovalanza sfruttata: erano alloggiati in un dormitorio comune, individuato in agro di Troia. Si tratta di una struttura comunale occupata abusivamente dai Saracino e ora posta sotto sequestro. Al suo interno, nella più totale precarietà ambientale e igienica, trovavano accoglienza 25 lavoratori rumeni, trai quali 6 donne.

FOTO | Operazione anti-caporalato della GdF: ecco il "dormitorio" dei bracciati

IL VIDEO DEL BLITZ E DEGLI ARRESTI

Gli stessi erano impiegati nei campi come braccianti, oppure nel campo della ristorazione e nell’assistenza agli anziani.  Gli stessi erano costretti a vivere, nella totale promiscuità, in un locale di circa 40 mq, con un unico bagno alla turca posto all’esterno del dormitorio e impianto elettrico fatiscente, costituito da collegamenti “volanti”. Il terminale di scarico della cucina era “a cielo aperto” anziché confluire nella rete fognaria. Le fiamme gialle hanno sequestrato tutta la documentazione relativa alla contabilità del gruppo: ogni lavoratore pagava un canone di 60 euro mensili per l’alloggio di fortuna nel quale era accolto.

LE INTERCETTAZIONI TRA PADRE E FIGLIA

La paga oraria era di 3 euro all’ora, somma dalla quale veniva decurtato di volta in volta il canone per l’alloggio, il costo per il trasporto da e per il luogo di lavoro e le spese per le sigarette e altre necessità personali. Al termine delle operazioni, ai lavoratori rimanevano davvero pochi spiccioli. Il carico di lavoro era di circa 8 ore in media al giorno, fino a sfiorare le 16 ore continuative registrate nei libri contabili del 31 dicembre scorso, a Capodanno, per la manodopera impiegata nella ristorazione. Nel corso delle indagini, è stata accertata la responsabilità di tre imprenditori agricoli della zona per il reato di favoreggiamento. I tre arrestati sono stati condotti in carcere: rischiano dai 5 agli 8 anni di reclusione. Nei loro confronti è stato disposto anche il sequestro preventivo dell’immobile-dormitorio e di quattro furgoni con targa bulgara utilizzati per il trasporto dei braccianti nei campi.

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