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Cronaca

Droga nel maneggio, intercettazioni in carcere svelano il business dei Portante: tre arresti

Dopo l'arresto di Francesca, dovranno rispondere di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente anche il padre Nicola di 52 anni, e i figli Salvatore e Ciriaco, già arrestati per il tentato omicidio di un imprenditore edile

Dovranno rispondere anche del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente i tre membri della famiglia Portante - Nicola di 52 anni, e i figli Salvatore classe 92 e Ciriaco classe 99 -  elementi di spicco della criminalità foggiana, già arrestati lo scorso mese di giugno per il tentato omicidio di un imprenditore edile.

Nella giornata di sabato, gli agenti della Squadra Mobile hanno eseguito a loro carico un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Foggia, che costituisce una appendice investigativa del precedente filone di indagine: al fine di ottenere ulteriori elementi a carico dei tre indagati e, soprattutto per chiarire il movente del grave fatto di sangue, erano stati intercettati i colloqui in carcere dei tre detenuti. La captazione delle conversazioni, oltre a chiarire le circostanze del tentato omicidio, hanno permesso di acclarare che i Portante erano abitualmente dediti all’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, attività svolta utilizzando come base operativa la loro abitazione alla periferia della città. 

La responsabilità dei tre, nella detenzione e nello spaccio di sostanze stupefacenti, ha trovato conferma non soltanto nelle intercettazioni dei colloqui in carcere ma anche in occasione dell’arresto di Francesca Portante, di 24 anni, figlia di Nicola, all’esito di una perquisizione eseguita il 3 luglio presso il luogo di residenza della famiglia annessa ad una vasta area rurale con maneggio, dove è stato recuperato svariato stupefacente tra marijuana, hashish, cocaina, eroina e metadone per un valore di decine di migliaia di euro, oltre a tutto il materiale necessario per il confezionamento ed il taglio dello stupefacente. La riferibilità dello stupefacente alla 24enne sin dal giorno del suo arresto era chiaro che doveva estendersi al concorso con altri soggetti che le indagini hanno dimostrato essere proprio i suoi familiari.

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