Rubano e 'clonano' auto da rivendere all'estero: a San Severo la 'base operativa'
Diciassette ordinanze emesse, quattro soggetti arrestati e 13 ancora ricercati. Scoperto un ingente traffico di Bmw e auto di grossa cilindrata rivendute all'estero ad un terzo del loro valore di mercato
Rubavano auto di grossa cilindrata in Italia e le rivendevano all’estero ad un terzo del proprio valore di mercato. Tutti furti su commissione, per i quali gli acquirenti potevano anche avanzare richieste specifiche su allestimenti interni, serie speciali e optional. Il mercato parallelo delle super-car (soprattutto Bmw X5 e Bmw X6, il top della gamma) aveva la base logistica ed operativa a San Severo, nel Foggiano, e ramificazioni in tutt’Italia e nell’est Europa.
Il meccanismo scoperto da polizia e guardia di finanza era semplice nel concetto, ma particolarmente tecnico e sofisticato nella sua realizzazione: le auto rubate venivano sostanzialmente “clonate” e rivendute all’estero, ma con una nuova identità. Quella di autovetture identiche per colore, modello, serie, anno e optional, regolarmente immatricolate e circolanti all’estero, e dalle quali prendevano - grazie a complici e fiancheggiatori in loco - numero di telaio e di targa, documenti per la circolazione e il codice della centralina elettronica contenente, di fatto, la “carta d’identità” del veicolo.
Sanseveresi le menti del progetto, tre soggetti al momento ancora ricercati; altri 14 - tra i italiani, bulgari e rumeni - costituivano invece la squadra di lavoro utile a sfornare auto nuove di zecca, da rivedere sui 20mila euro, anche trattabili. La vendita era diretta: nessun sito internet o concessionaria compiacente a fare da tramite. E le auto acquistate venivano consegnate direttamente a domicilio, nel nord Italia e soprattutto nei paesi dell’est Europa. I cloni erano talmente ben realizzati da riuscire a superare qualunque tipo di controllo. In un caso accertato, un’autovettura è stata consegnata in Grecia e pertanto regolarmente imbarcata senza destare alcun sospetto.
In questo caso la ‘maestria’ era tutta di falsari e tecnici: quelli che riproducevano fedelmente i documenti di circolazione e quelli che riuscivano a ripunzonare ad arte i telai delle macchine da rivendere. Per il fatto gli agenti della squadra mobile e della Polstrada di Foggia, con i colleghi del commissariato di San Severo, e gli uomini della guardia di finanza di Avellino hanno arrestato all’alba di oggi quattro soggetti: il pescarese Enzo Di Felice di 44 anni, il 60enne romano Giovanni Guarnieri, Vadar Petre di 36 e Alin Racman di 33, rispettivamente di nazionalità bulgara e rumena. Insieme ad altri 13 soggetti (tra cui le tre “menti” del sodalizio) dovranno rispondere a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al furto, alla ricettazione e al riciclaggio di autovetture di grossa cilindrata. Durante le fasi di indagine, 12 autovetture (o parti di esse) sono state recuperare e, quando possibile, restituite ai legittimi proprietari.