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Foggia, imprenditore picchiato selvaggiamente e ferito con un'arma da taglio: arrestati padre e figli

Custodia cautelare in carcere per Nicola Portante e i figli Salvatore e Ciriaco per il tentato omicidio avvenuto il 17 dicembre 2017 in Corso del Mezzogiorno a Foggia

Alle prime luci dell’alba di oggi gli genti della Squadra Mobile della Questura di Foggia, con la collaborazione del Reparto Prevenzione Crimine, ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Foggia, nei confronti di Nicola Portante classe 66 e dei suoi figli Salvatore e Ciriaco, rispettivamente di 26 e 19anni, ritenuti responsabili del tentato omicidio di D.M., avvenuto il 6 dicembre 2017. 

Le immagini video

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, traggono origine da una richiesta di intervento giunta alla Centrale Operativa della Questura il 6 dicembre dello scorso anno nel corso della quale si segnalava, in corso del Mezzogiorno, la presenza di tre uomini che dopo aver selvaggiamente aggredito un giovane, erano saliti a bordo di un’autovettura dandosi alla fuga. 

Di li a poco giungeva un’altra segnalazione che dava contezza dell’arrivo presso il pronto soccorso di Foggia della vittima in stato di incoscienza e in gravissime condizioni a causa di una ferita di arma da taglio nella zona del rene destro che aveva causato uno shock emorragico. 

Le indagini immediatamente avviate dalla Squadra Mobile, anche di natura tecnica, hanno permesso di raccogliere importanti fonti di prova a carico dei tre Portante, che in data odierna sono stati catturati all’interno delle loro abitazioni. 

A fronte di una limitata collaborazione della vittima, che sin da subito si è mostrata reticente nei confronti degli agenti di polizia, significative sono state le immagini delle telecamere di videosorveglianza di un esercizio commerciale prossimo al luogo del tentato omicidio, da cui è stato possibile vedere i momenti più significativi dell’aggressione.

L’autovettura della vittima, una Fiat Multipla, veniva bloccata da una Fiat 500 di colore rosso, di proprietà della moglie di Nicola Portante e madre di Salvatore. Dalla Fiat 500 i tre scendevano e aggredivano la vittima, lasciandola agonizzante al suolo. Non meno importante è stata l’analisi dei tabulati che ha permesso di raccogliere gli ulteriori elementi di prova circa l’esatta posizione dei tre sul luogo del delitto e i contatti che questi intrattenevano con la vittima e che poi hanno supportato la richiesta di misura cautelare oggi 

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