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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Mattinata

Dal Rinascimento all'Età Moderna, maxi-blitz sul Gargano. Fabbrocini: "E' cambiata l'aria"

Un'indagine complessa, lunga oltre un anno, portata avanti con un piede a Mattinata e l'altro a Vieste per raccogliere elementi in merito ad una corposa attività estorsiva e detenzione di armi e stupefacenti

Trenta misure di custodia cautelare, in carcere ed ai domiciliari, nel provvedimento emesso dal gip Domenico Zeno della Procura della Repubblica di Foggia su richiesta dei sostituti Rosa Pensa e Giuseppe Riccio. Ventisei le misure eseguite all’alba di oggi dalla polizia (quattro soggetti destinatari di misura mancano ancora all’appello) dopo una serie di complesse ed articolate indagini che vedono il Gargano come multiforme nucleo criminale, conteso e diviso al suo interno da poteri familiari e “di dominio”, contrastanti e, per certi versi, “ereditari”.

Un territorio complesso che ha richiesto la costituzione di una apposita task force (la Squadra-Stato, per dirla con le parole di Antonio Laudati) pronta ad infrenare la grave recrudescenza criminale registrata nei mesi a cavallo gli anni 2009 e 2010 in quei territori, dove sono stati registrati sette omicidi “eccellenti” (Franco Romito e Giuseppe Trotta, Andrea Barbarino e Francesco Li Bergolis nel 2009, Michele Alfieri, Michele e Ivan Romito nel 2010) e due tentati omicidi, insieme ad un sottobosco di altri reati che variavano dalla detenzione di armi e stupefacenti alla pratica diffusa delle estorsioni.

Quella portata a compimento è una indagine complessa, strutturata in due diversi filoni. Il primo riguarda il territorio di Mattinata (detenzione di armi ed estorsioni), il secondo quello di Vieste (detenzione e spaccio di stupefacenti). Una indagine lunga e complessa che ha portato importanti risultati, come la cattura di Giuseppe Pacilli nel maggio 2011, inserito nell’elenco dei 30 ricercati di massima pericolosità, e l’esecuzione di 19 provvedimenti cauteli per estorsione armi e favoreggiamento aggravati dal metodo mafioso, con l’Operazione Rinascimento.

FOTO | Operazione 'Età Moderna': arrestati esponenti della criminalità garganica

Oggi siamo in “Età Moderna”, come il nome dell’operazione. Le indagini hanno permesso di disarticolare le propaggini criminali della famiglia Romito ed in particolare le attività illegali di Mario Luciano (scampato a due tentati omicidi, il 26 ed il 30 giugno del 2010) ritenuto il referente del sodalizio e di altri soggetti a lui vicini (tra questi Francesco Pio Gentile, Francesco Scirpoli, i fratelli Antonio e Andrea Quitadamo e Francesco Notarangelo) nei confronti dei quali sono stati raccolti gravi elementi relativi a diverse estorsioni perpetrate in danno di imprenditori locali operanti nel campo della ristorazione e dell’edilizia e concretizzate in lettere minatorie o invio di proiettili e cartucce inesplose fino a veri e propri danneggiamenti a strutture e beni di proprietà.

BLITZ GARGANO: NOMI ARRESTATI

Una organizzazione “gerarchica” era anche quella relativa alla detenzione e allo spaccio di stupefacenti. Per gli inquirenti era Francesco Pio Gentile il deputato al reperimento, anche in ambito extraregionale dello stupefacente, stringendo rapporti anche con esponenti della malavita calabrese operanti in Lombardia. Sotto di lui una rete di soggetti impegnati nello smercio. Nelle indagini, è emerso che questi ultimi hanno adottato forme di intimidazione nei confronti dei loro sottoposti (pusher e venditori al dettaglio) sfociate anche in vere e proprie aggressioni fisiche particolarmente violente, al fine di gestire in regime di monopolio la lucrosa attività illecita.

IL VIDEO DELL'OPERAZIONE ETA' MODERNA

Le indagini si sono poi propagate sino a Vieste dove è stata fatta luce su un secondo gruppo delinquenziale impegnato sempre in ordine allo spaccio di stupefacenti. Tra questi figurano Felice Zillo e Giuseppe Germinelli, ritenuti dagli inquirenti vicini al boss Angelo Notarangelo, detto “cintaridd” che fungevano “da collettori tra i diversi componenti del gruppo attenzionato ed erano i affari anche con il sodalizio operante a Mattinata”.

“E’ cambiata l’aria. Dopo un periodo davvero spaventoso - quando nel giro di pochi mesi, dal 2009 al 2010, si sono registrati sette omicidi e due tentati omicidi sul Gargano -  possiamo contare su una ‘partecipazione’ (non ancora collaborazione) delle vittime”, spiega in conferenza il campo della mobile, Alfredo Fabbrocini. “Partecipazione che è partita da Vieste, dove è attiva l’associazione antiracket, e che è scesa fino a Manfredonia. A Foggia non è ancora arrivata, ma ci arriveremo. Nel corso delle indagini – conclude – non abbiamo mai potuto contare sulla denuncia di una vittima. Abbiamo fatto partire l’attività tecnica - capillare, invasiva, complessa - solo dopo la quale abbiamo riscontrato una certa partecipazione passiva della vittime, che ci ha permesso  comunque di ottenere questi risultati. Però, ribadisco, al momento ci fermiamo sulla Foggia – Manfredonia”.

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