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Cronaca

Pretendevano lavaggi auto, benzina e caffè gratis: arrestati per estorsione

Si tratta di due foggiani di 30 e 38 anni, entrambi pregiudicati. A denunciare il fatto, un dipendente dell'azienda di nazionalità romena

L’estorsione come stile di vita, come segno di rispetto, come atto dovuto. Se vista in quest’ottica la pratica estorsiva non si concretizza esclusivamente nella dazione di denaro ma anche, e soprattutto, con gesti in apparenza piccoli, ma dalla inaudita ingiustizia, soprattutto se protratti nel tempo. E’ quanto credevano due uomini del posto D.C.E. e L.L., entrambi foggiani, cognati tra loro, rispettivamente di 30 e 38 anni con precedenti contro il patrimonio, accusati di estorsione in concorso.

Secondo le indagini della squadra mobile di Foggia, i due – in linea con questa filosofia di vita – avevano preso di mira un distributore di benzina con autolavaggio e bar annesso, in città. I due pretendevano dai titolari, e quindi dai dipendenti dell’attività, di godere di alcuni servizi – come consumazioni al bar o lavaggio di autovetture e motocicli – a titolo gratuito.

Come segno di rispetto, appunto. E se incontravano titubanze o resistenze, non esitavano a minacciare ritorsioni nei confronti dei titolari dell’attività. Particolarmente vessati da questi episodi, i dipendenti – entrambi di nazionalità rumena - che però non si sono mai lasciati intimorire da minacce del tipo: "Ti spacchiamo le ossa e ti lasciamo a terra in campagna", oppure frasi del tipo "siete venuti qui a fare i padroni?".

In un caso, oltre alle minacce, uno dei due è stato anche aggredito fisicamente. Ed è proprio dalla denuncia di questo episodio che sono partite le indagini degli agenti della mobile che hanno appurato come tali condotte estorsive si perpetrassero ormai da mesi. Nonostante questo, però, dopo qualche giorno il 38enne si è presentato nuovamente in zona pretendendo di lavare il motore di un ciclomotore, rifiutandosi di pagare il corrispettivo dovuto - pari a 10 euro - e minacciando ritorsioni nei confronti del socio maggioritario dell’attività.

Qui, però, l’uomo ha trovato gli agenti della mobile pronti ad ammanettarlo in flagranza di reato. A contribuire all’identificazione dei due anche la fotocopia di un documento di identità di uno degli indagati, trovato all’interno di un fotocopiatore dell’azienda al quale avevano libero accesso.

Se il primo è stato arrestato in flagranza di reato grazie alla collaborazione di un dipendente“una vittima coraggiosa”, come è stato definito dal capo della mobile, Alfredo Fabbrocini che ha sottolineato, di contro, “le colpevoli omissioni dei titolari” - l’altro è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Antonio Buccaro su richiesta del pm titolare delle indagini, Antonio Laronga. I due sono accusati di estorsione in concorso.

 

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