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Cronaca

Lascia fidanzata, familiari di lei si vendicano ma genero spara a suocero: 5 arresti

I carabinieri hanno arrestato cinque persone, tutte ai domiciliari, tra i quali Nicola Portante, dopo aver ricostruito una serie di vendette e reciproche ritorsioni scaturite da un litigio in famiglia per motivi di gelosia

Non fu un agguato o un avvertimento di stampo criminale, ma una lite tra coniugi finita con una pistolettata. Risolto il misterioso caso del ferimento a colpi d’arma da fuoco ai danni di Nicola Portante, pregiudicato foggiano di 48 anni, avvenuto lo scorso 10 ottobre.

Per i carabinieri del comando provinciale di Foggia, quello che in un primo momento sembrava essere un caso di tentato omicidio maturato nel mondo dello spaccio di sostanze stupefacenti (visti i precedenti specifici della vittima), si è rivelato essere invece l’epilogo di una lite tra coniugi, nello specifico tra la figlia del Portante e il suo compagno che, al culmine di un litigio, esplodeva un colpo di pistola all’indirizzo del suocero, ferendolo ad un braccio.

Le indagini sono partite le sera stessa del 10 ottobre scorso, quando l’uomo si è recato al pronto soccorso cittadino per medicare dai sanitari la ferita d’arma da fuoco all’avambraccio destro. Ai medici e poi ai carabinieri, lo stesso raccontava di aver sorpreso uno sconosciuto intento a rubare in una sua proprietà e che, prima di fuggire, gli aveva esploso contro un colpo di pistola. Tale versione dei fatti, però, non ha mai convinto gli inquirenti che nel giro di pochi mesi sono riusciti a fare piena luce sull’accaduto.

Infatti, dagli accertamenti svolti, emergeva che, in realtà, il ferimento del 48enne era stato l’epilogo di una vicenda iniziata il giorno prima: a causa di un litigio per motivi di gelosia, Alfredo Scaringi di 21 anni, convivente di Francesca Portante, figlia di Nicola, decideva di lasciare la casa che i due condividevano e di tornare dalla madre, nelle vicinanze di quella del suocero. Successivamente, nel pomeriggio precedente il ferimento, il suocero - forse per vendicare l’affronto subito da sua figlia che era stata abbandonata – aveva organizzato una “spedizione punitiva”, per la quale incaricava il figlio Salvatore, di 22 anni, ed i cugini di quest’ultimo, Vincenzo Di Bari e Ciriaco De Stefano di 23 che, armati di bastoni, si sono presentati a casa dei genitori dello Scaringi e, dopo aver aggredito il 21enne e sua madre, si sono impossessati anche della sua Smart.

Per le ferite riportate in tale aggressione la madre di Scaringi – che in quel momento aveva in braccio il bambino della coppia – è stata costretta  a farsi medicare al pronto soccorso. Subito dopo il fatto, probabilmente perché accecato dalla rabbia per l’aggressione subita da lui e da sua madre, il 21enne ha deciso di vendicarsi a sua volta e, nella stessa serata, armato di pistola, si recava presso l’abitazione del suocero, sia per chiarire l’accaduto e sia per riprendersi la sua autovettura. Qui avveniva però un altro violento litigio, al culmine del quale lo stesso ha esploso un colpo d’arma da fuoco contro il suocero, colpendolo a un braccio.

Dopo quest’ultimo episodio, il 48enne, insieme al figlio Salvatore, hanno deciso di bruciare la Smart di Scaringi, il cui padre ne denunciava falsamente il furto. I carabinieri, quindi, dopo aver ricostruito tutta la serie di vendette e reciproche ritorsioni, hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal Gip di Foggia su richiesta della Procura, nei confronti di Alfredo Scaringi, per i reati di lesioni gravi e detenzione di armi, di Nicola e Salvatore Portante nonché di Vincenzo Di Bari e Ciriaco De Stefano per il reato di rapina in concorso, in relazione all’impossessamento con violenza dell’auto di Scaringi e di Nicola e Salvatore Portante per l’incendio della stessa autovettura. Agli arrestati secondo la nuova normativa in materia, è stato applicato il braccialetto elettronico. 

FOTO | Foggia, da lite in famiglia ad agguato simulato: 5 arresti

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