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Cronaca San Nicandro Garganico

Rewind II, blitz antidroga: arresti a San Nicandro Garganico e Foggia

Sgominato gruppo organizzato con una rete sofisticata ed innovativa per lo smercio e la cessione della droga. Giro di affari stimato intorno ai 18mila euro al mese. Gestivano l'intero campionario dello stupefacente

Ancora un duro colpo “all’industria della droga” sul Gargano. E’ l’esito di “Rewind II” operazione condotta all’alba di oggi da 120 militari dell’Arma e che ha portato all’esecuzione di 24 ordinanze custodia cautelare (3 in carcere e 21 ai domiciliari) residenti o dimoranti nei comuni di Foggia, San Nicandro Garganico, Brigliolo (CN), San Salvo (CH) Sesto San Giovanni (MI), Otranto (LE) e Ruvo di Puglia (BA).

L’operazione, coordinata dalla Procura di Lucera, è il prosieguo di quella già effettuata nel maggio del 2010, quando - con il coordinamento della DDA barese - venne eseguita un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 35 persone (di cui 28 in carcere e 7 agli arresti domiciliari) tra San Nicandro Garganico, Apricena e Foggia, accusate di far parte di un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (marijuana, cocaina ed eroina).

Le indagini non si fermarono al maggio del 2010, ma proseguirono originando un secondo fascicolo, una “indagine gemella” dai risultati altrettanto importanti: 24 persone (di cui una è ancora ricercata) responsabili, a vario titolo, dei reati di detenzione ai fini di spaccio (“per avere, in concorso tra loro e con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, detenuto sostanze stupefacenti per la successiva vendita sul mercato clandestino della provincia di Foggia”) e del reato di favoreggiamento personale (“per avere posto in essere ripetute condotte finalizzate ad agevolare la latitanza e vanificare la ricerca e la cattura di Graziano Pizzarelli, sottrattosi alla cattura l’8 maggio 2010 perché gravato da ordinanza di custodia cautelare in carcere”).

Secondo gli inquirenti, infatti, dopo il vuoto al vertice che si era venuto a creare con gli arresti del maggio 2010, il gruppo criminale aveva deciso di appoggiare la latitanza di Graziano Pizzarelli (arrestato poi l’11 febbraio del 2011), unico soggetto rimasto in libertà del gruppo Frattolino.

Le indagini. Tutto è partito dalla riattivazione di alcune intercettazioni telefoniche, ambientali, riprese video e servizi di osservazione e controllo che hanno permesso agli inquirenti di individuare come “base logistica” dell’attività la masseria in contrada “Papaglione”, in agro di San Nicandro, di Valentino Frattolino, detto “Taccone”, 37enne già ristretto ai domiciliari nella comunità terapeutica “Emmaus 3”, a Otranto.

Secondo gli inquirenti, Frattolino era a capo dell’intera organizzazione, circostanza acclarata anche da alcune intercettazioni telefoniche che lo indicavano come “Il maestro”, “il presidente” o addirittura “il padrone”.

Sotto di lui, si articolava quella che il procuratore Domenico Seccia ha definito “una rete sofisticata ed innovativa” per lo smercio e la cessione dello stupefacente: dalla pianificazione dell’approvvigionamento e delle vendite alla cessione al dettaglio.

Lo spaccio avveniva ovunque: per strada, nei bar o anche in appartamento nei comuni del Gargano e dell’alto Tavoliere. Il gruppo controllava tutto il campionario dello stupefacente: marijuana, eroina, cocaina, hashish e metadone per un giro di affari stimato di 70-80mila euro.

Decifrato anche il “codice” utilizzato per nelle conversazioni telefoniche per indicare lo stupefacente: dalle “cartucce” alle “bottiglie” per indicare il  metadone, ai “dischetti”, “pezzi” e “giornate” per indicare rispettivamente eroina, cocaina ed hashish.

Nel corso dell’intera attività d’indagine sono stati sequestrati oltre due chili di marjuana e numerose dosi di sostanze stupefacenti tra eroina, cocaina e assimilabili come il metadone cloridrato, lecitamente acquisito presso il S.E.R.T. di San Nicandro Garganico e San Severo e illecitamente ceduto in cambio di denaro da “investire” nell’acquisto di eroina.

Un traffico importante se, nel giro di appena due mesi, gli inquirenti hanno documentato oltre 400 episodi di spaccio per un giro di affari presunto di 18.000 euro al mese.

 

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