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Cronaca Zapponeta

Sfruttavano braccianti nella raccolta di asparagi: in manette imprenditore agricolo e il suo intermediario

Arrestati a Zapponeta Silvio Pavarini, imprenditore agricolo di 53 anni, e Yulian Pavlov, bracciante agricolo di nazionalità bulgara. Sono accusati di caporalato

I Carabinieri della Compagnia di Manfredonia, nello specifico quelli della Stazione di Zapponeta, a conclusione di una specifica attività investigativa, hanno tratto in arresto in flagranza di reato per intermediazione e sfruttamento del lavoro (caporalato) il 53enne Silvio Pavarini, imprenditore agricolo di 53 anni e Yulian Pavlov, bracciante agricolo 41enne di nazionalità bulgara..

Già lo scorso 4 maggio, nel corso dei servizi effettuati dai militari dell’Arma finalizzati alla repressione del fenomeno del "caporalato", una pattuglia della Stazione Carabinieri di Zapponeta, in prossimità di una strada interpoderale confluente sulla S.P. 80 in agro di Manfredonia località Fonterosa, aveva notato un insediamento rurale con numerose baracche, costruite con materiali di fortuna, abitate da famiglie di nazionalità straniera.

Nella circostanza i militari constatarono la presenza di numerosi cittadini bulgari, con bambini, che occupavano quelle baracche in condizioni igienico-sanitarie pessime. Nel cortile erano stati notati anche dei veicoli con targa bulgara i cui certificati assicurativi erano risultati tutti intestati ad un cittadino bulgaro dimorante in loco e presente al momento del controllo, ovvero Yulian Pavlov, in Italia senza fissa dimora. Dalle dichiarazioni rese sul posto, i militari erano venuti a conoscenza che l’immobile rurale era di proprietà del loro datore di lavoro, Silvio Pavarini, titolare di un'omonima azienda agricola, il quale lo aveva concesso in comodato gratuito con il sostenimento delle spese relative ai consumi elettrici dell’utenza. Poiché la situazione di fatto riscontrata poteva far presumere una cospicua attività di intermediazione illecita e sfruttamento di lavoro, già nei giorni immediatamente successivi i Carabinieri hanno attuato una serie di mirati servizi di osservazione, controllo e pedinamento al fine di verificare meglio.

Un primo accenno di fondatezza delle dichiarazioni fornite dai cittadini bulgari si è riscontrato all’alba del giorno dopo, quando i militari, nel corso di un servizio nei pressi dell’azienda, hanno notato che i due veicoli per trasporto di persone controllati nell’insediamento il giorno prima, in uso a Pavlov, riconosciuto tra l’altro alla guida di uno, accedevano all’azienda carichi di persone.

I successivi servizi di controllo predisposti sia nei pressi dell’azienda che in quelli dell’insediamento, e hanno consentito di acclarare inequivocabilmente il collegamento tra le situazioni. Dall’insediamento di proprietà dell’imprenditore nella prima mattina partivano i cittadini bulgari prelevati e condotti da Pavlov fino all’azienda, per poi effettuare il percorso a ritroso nel pomeriggio. I servizi sono quindi stati ripetuti più volte, per diversi giorni, confermando quanto già acquisito. 

Considerata la situazione e gli elementi di prova raccolti sino a quel momento, che ponevano in luce una vera e propria organizzazione di lavoro illecito, con reclutamento e utilizzo di manodopera in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori da parte di intermediario e dello stesso datore di lavoro, con l’utilizzo di mezzi di trasporto nonché delle condizioni alloggiative degradanti rilevate in danno dei lavoratori bulgari, i Carabinieri hanno quindi deciso di intervenire al fine di porre fine alla commissione del reato oggi previsto punito dal novellato art. 603 bis.

L'intervento è quindi stato fatto a sorpresa all’interno dell’area dell’azienda agricola per identificare tutti. Era presente innanzitutto il titolare della ditta, Silvio Pavarini, unitamente a Pavlov, conducente e proprietario dei mezzi di trasporto dei lavoratori adibiti alla raccolta degli asparagi. Nessun lavoratore era dotato dei necessari strumenti di tutela della sicurezza sul lavoro, contrariamente a quanto dichiarato. Pavlov, alla vista dei Carabinieri ha tentato di disfarsi del proprio borsello che teneva a tracolla, nell'illusoria speranza di impedire ai militari di trovare il suo "brogliaccio", e cioè la contabilità per ciascuno dei lavoratori di date, orari di lavoro, somme dovute e quant'altro potrà dimostrarne lo sfruttamento.

Al fine di effettuare tutti i dovuti accertamenti, presunti autori del reato e lavoratori presenti sono stati accompagnati presso gli uffici della Compagnia Carabinieri di Manfredonia per essere sentiti in ordine alle modalità di reclutamento e di impiego in condizioni di sfruttamento da parte dell’intermediario e del datore di lavoro.

Nel corso delle successive attività, si è accertato che quasi tutti erano stati reclutati dal loro parente Yulian Pavlov, a sua volta dipendente di Pavarini, che, avendo ottenuto la disponibilità in comodato gratuito dell’immobile del fabbricato rurale nelle campagne di Manfredonia, in località Fonterosa, dal datore di lavoro, con la piena consapevolezza di quest’ultimo per suo conto aveva reclutato i lavoratori necessari per far fronte alle lavorazioni agricole dell’azienda. E' quindi emerso che i lavoratori erano impiegati dal mese di marzo scorso nella raccolta degli asparagi e che ciò avveniva con periodicità quasi giornaliera, mediamente per otto-nove ore al giorno, dalle ore 06.00 circa alle ore 15.00 circa, mediante il trasporto dei braccianti dal luogo di dimora di proprietà di Pavarini, sino al posto di lavoro con l’utilizzo dei mezzi di trasporto usati da Pavlov per il corrispettivo di circa 4,50 euro all’ora. E' inoltre emerso inoltre che le suddette condizioni alloggiative e di lavoro erano imposte a pena di allontanamento e di licenziamento.

Presso il consulente del lavoro di Pavarini sono anche state acquisite le buste paga di alcuni dei lavoratori assunti, da cui è emersa una discrepanza nella registrazione delle giornate lavorative rispetto a quanto dichiarato dagli stessi lavoratori. Nel mese di aprile, per il quale è stato possibile avere una situazione compiuta delle paghe, per ogni lavoratore assunto sono infatti risultate denunciate soltanto due giornate lavorative, per un importo medio mensile  di 107,00 euro. Al momento del controllo poi, una lavoratrice è risultava essere minorenne.

Dall’esame di tutta la documentazione acquisita, dalle indagini svolte e dal sopralluogo documentato presso il degradante luogo di dimora dei lavoratori sono emersi elementi inconfutabili che hanno fatto ritenere Pavarini e Pavlov responsabili in concorso del reato di cui all’art. 603 bis “Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, con l’aggravante specifica, secondo gli indici rivelatori in esso riportati".

I due furgoni e la documentazione rinvenuta all’interno del borsello del bulgaro sono stati posti sotto sequestro e messi a disposizione della competente Autorità Giudiziaria che, informata dei fatti e dell’arresto in flagranza di reato dei due, ne ha disposto la traduzione in carcere (LE FOTO DEGLI ARRESTATI).

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