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Cronaca Cerignola

Dicevano 'olio', intendevano 'droga': maxi-operazione tra Minervino e Cerignola, 6 arresti

Il gruppo criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti, con sede nel comune di Minervino Murge e ramificazioni a Barletta e Cerignola, si era accaparrato una fetta di mercato anche in Costa Azzurra

Sgominato un gruppo criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti, con sede nel comune di Minervino Murge e ramificazioni a Barletta e Cerignola.

All'alba di oggi, infatti, i militari del comando provinciale  di Bari e della compagnia di Andria, col supporto del 6° Elinucleo di Bari e del Nucleo Cinofili di Modugno, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Trani, a carico di sei soggetti, finiti tutti in carcere, ritenuti appartenenti ad un gruppo criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti

Il provvedimento scaturisce da un’articolata indagine svolta dalla compagnia di Andria, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Trani, attraverso attività tecniche di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché dinamiche, informative e di analisi, avviata a seguito dell’arresto di alcuni pusher in Minervino Murge, nell’aprile dell’anno scorso, e conclusa nell’ottobre 2016.

L’attività investigativa ha svelato l’esistenza nel predetto comune di un gruppo delinquenziale dedito alla gestione di alcune tra le più fiorenti piazze di spaccio della Murgia settentrionale, alimentandole costantemente con significative partite di hashish, marijuana e cocaina, approvvigionate a Barletta e Cerignola, così da realizzare un volume d’affari illecito stimato in alcune migliaia di euro giornaliere.

Le indagini hanno portato in luce anche il ruolo verticistico di alcuni soggetti, tra cui un uomo ristretto agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica di Cerignola,che impartiva disposizioni, tramite incontri personali e comunicazioni telefoniche ai suoi 'sottoposti', affinché gestissero l’intera  “filiera” dell’attività di spaccio.

Particolare il linguaggio criptico utilizzato dagli indagati per sviare gli inquirenti: sfruttando il pregiato prodotto delle rigogliose campagne minervinesi, parlavano di “olio” per indicare la quantità di stupefacente da smerciare. Tentativi vani, dal momento che l’inchiesta ha consentito di debellare il gruppo e sequestrare importanti partite di droga, tra cui una di 25 kg. di hashish custodita, appunto, in un oleificio del luogo.

Sono inoltre state accertate qualificate relazioni della consorteria murgiana in Lombardia e in Francia, attinenti al narcotraffico, e che si estendevano anche nelle rinomate spiagge della Costa Azzurra, dove la richiesta del particolarissimo narco-olio era di diverse decine di kg al mese. L’inchiesta ha altresì individuato, in seno alla compagine, i promotori ed organizzatori, nonché gli incaricati di detenere e cedere i vari stock di stupefacenti e di provvedere al recupero dei crediti derivanti dal loro commercio.

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