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Cronaca Chieuti

La secolare 'Corsa dei Buoi' a Chieuti non si farà: c'è il 'Niet' della Prefettura, l'anno scorso perse la vita un uomo

Il sindaco Diego Iacono a FoggiaToday: “Abbiamo cercato soluzioni che rendessero la 'Corsa dei Buoi' rispondente alle leggi previste in materia di benessere degli animali e di sicurezza per gli spettatori, ma non sono state accolte”

La tradizionale “Carrese”, ovvero la secolare corsa dei buoi di Chieuti legata al culto per San Giorgio, quest’anno non si farà. Il ‘niet’, secco e definitivo, per la manifestazione prevista il prossimo 24 aprile, arriva direttamente dalla Prefettura di Foggia, che ha bocciato il piano di sicurezza studiato e presentato dall’amministrazione comunale chieutina, per adeguare il percorso a seguito del gravissimo incidente avvenuto lo scorso anno, quando un cavallo e poi un intero carro travolsero e uccisero sul colpo uno spettatore.

Una decisione che, di fatto, ‘lega le mani’ al sindaco Diego Iacono, che si è visto respingere il piano iniziale e le tre successive varianti adottate per rispondere, di volta in volta, alle richieste avanzate sul piano della sicurezza dai tavoli della Prefettura. “Se lo Stato vuole bloccare tutto, come amministratori possiamo fare ben poco”, commenta il sindaco a FoggiaToday. “Abbiamo cercato soluzioni che rendessero la “Corsa dei Buoi” rispondente alle leggi previste sia in materia di benessere degli animali che di sicurezza per gli spettatori, ma non sono state accolte”.

Una sicurezza cercata anche lo scorso anno, quando la “Carrese” costò la vita ad uomo. “Nella passata edizione - ricorda Iacono - fu ‘blindato’ l’intero percorso cittadino, con il pubblico messo in sicurezza dietro ad alcune paratie; mentre, nell’area in aperta campagna (impossibile da blindare) fu prevista una zona di quasi due ettari per garantire la visione della corsa in sicurezza. Ancora, fu redatto, per la prima volta, un disciplinare e anche un regolamento di gara per dare alla manifestazione, oltre alla sua collocazione identitaria, data dalla lunga tradizione, anche una regolamentare”.

“Il problema - chiarisce ancora Iacono - è che si vuole inserire la manifestazione, tradizionale e di carattere religioso, negli standard previsti dalla Legge Martina, che nasce per combattere la delinquenza nelle corse clandestine. Ma qui, da noi, l’unico fine della corsa è portare il santo in processione. Si è parlato di istituire circuiti e simili, ma non stiamo all’ippodromo: si rischierebbe solo di snaturare una manifestazione centenaria”. Intanto, in città, si cerca di digerire la notizia: “L’anno scorso siamo stati in lutto per quello che è successo, e quest’anno siamo in lutto per la manifestazione che fa parte del DNA dei chieutini”.

E l’amministrazione comunale non può forzare gli obblighi imposti. “Nel 2017, - porta ad esempio -  la precedente amministrazione decise di far partire ugualmente la Carrese e, solo pochi giorni fa, in città sono piovuti 55 avvisi di garanzia, che hanno coinvolto il Comune e anche i partecipanti della Corsa - gente onesta, che vive di lavoro - indagati a vario titolo per maltrattamento di animali e inosservanza delle prescrizioni previste in materia di sicurezza”.

Si tratta di 55 avvisi di indagine che si aggiungono ai 22 relativi alla gara della scorso anno, che vede indagati a vario titolo il sindaco, altri membri dell’amministrazione comunale e partecipanti della “Corsa dei Buoi” per le ipotesi di reato di omicidio colposo e maltrattamento di animali. “La sicurezza deve esserci, ma l’esasperazione no", conclude il sindaco. "Siamo già a lavoro per il prossimo anno, ma la questione deve essere portata a livello parlamentare: non si può per una manifestazione tradizionale, popolare e religiosa andare in tribunale tutti gli anni”.

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