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Cronaca Mattinata

"Agevolazione mafiosa" per l'azienda di 'Baffino', polizia interviene e blocca tutto. Il Questore: "Operazione importante"

Per la prima volta in Italia viene adottato il provvedimento, richiesto dal Questore di Foggia e disposto dal Tribunale di Bari ai sensi dell’ex art. 34 del Codice Antimafia

Per la prima volta in Italia, la polizia esegue la misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria, ai sensi dell’ex art. 34 del Codice Antimafia. Questo ‘primato’ spetta a Mattinata, sul Gargano, comune recentemente sciolto per via di presunte infiltrazioni mafiose nella macchina amministrativa.

Al centro del provvedimento, una azienda di allevamento di bovini e bufalini nata a inizio 2018, di proprietà della moglie di Antonio Quitadamo, detto ‘Baffino’, elemento di spicco della criminalità organizzata garganica, contiguo al clan Romito, già destinatario delle misure di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno e del sequestro anticipato di beni eseguito nel decorso mese di febbraio. “Si tratta di una operazione importate - spiega il questore di Foggia, Mario della Cioppa - che fa parte di quell’intervento di sistema in atto ormai da mesi in tutta la provincia di Foggia, e sul Gargano in particolare. Nello specifico, è stata passata ai ‘Raggi X’ la relazione di scioglimento del Comune di Mattinata, e da quelle centinaia di pagine si è passati alla serie di misure applicate in questi mesi in quel territorio”.

Le immagini video dell'operazione di polizia

E’ stata quindi analizzata la situazione patrimoniale del nucleo familiare Quitadamo, poi il ‘dato parentale’ e quello ‘contestuale’, essendo Mattinata la roccaforte dei Romito. Si è quindi proceduto con un controllo incisivo dello Stato, nominando un amministratore giudiziario che amministrerà l’azienda per i prossimi 12 mesi; la relazione che presenterà al giudice fornirà poi gli elementi utili per decidere se restituire l’attività, prorogare l’amministrazione controllata o procedere al sequestro. 

Più nel dettaglio, nell’ambito dell’attività volta al contrasto della criminalità organizzata di tipo economico, gli agenti della Divisione Anticrimine - Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Foggia, coadiuvati dagli operatori del Reparto Prevenzione Crimine di San Severo, nelle prime ore di questa mattina hanno dato esecuzione alla misura di prevenzione della “Amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economica”, a carico di una azienda di allevamento di bovini e bufalini nel Comune di Mattinata.

La misura per la durata di un anno è stata disposta dal Tribunale di Bari – Sezione Misure di Prevenzione,  diretta dalla Dr.ssa Giulia Romanazzi, su proposta del Questore di Foggia, che ha richiesto l’applicazione a carico della ditta della misura di prevenzione disciplinata dall’art. 34, comma 2, Decreto Legislativo 159/2011, la cui specifica finalità è quella di contrastare ed espungere dal sistema economico (lecito), attraverso il controllo del giudice della prevenzione sulle attività d’impresa, le manifestazioni della pericolosità sociale dei sodalizi di matrice mafiosa o di soggetti indagati per gravi reati, manifestati attraverso il cosiddetto “contributo agevolatore”.  

Le notizie e le informazioni raccolte dalla Divisione Anticrimine - Ufficio misure di Prevenzione della Questura di Foggia sul conto della titolare della azienda, relative al contesto familiare ed ambientale in cui la stessa opera, hanno consentito di ritenere questa “non terza” rispetto alla realizzazione di interessi criminali e, dunque, in posizione di contiguità con le attività mafiose del coniuge e del clan di riferimento.

Il quadro indiziario raccolto a carico della stessa azienda, già destinataria di interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Foggia, ha consentito di ottenere  la misura dal Tribunale di Bari che ha ritenuto concreto ed attuale il rischio che l'attività d'impresa possa agevolare  le azioni criminali del coniuge o esserne in qualche modo condizionata e che ha disposto, pertanto, l’amministrazione giudiziaria dei beni utilizzati, direttamente o indirettamente, per lo svolgimento della predetta attività imprenditoriale.

La misura di cui in oggetto è parte integrante del progetto che ha portato al conseguimento da parte della Questura di Foggia dei seguenti complessivi risultati nell’ultimo anno: 2 confische patrimoniali, per un valore di 1.400.000 circa euro, 4 sequestri patrimoniali, per un valore di oltre 4.000.000 di euro , 3 proposte di misure di prevenzione patrimoniali con sequestro, per un valore di circa 5.000.000 euro, depositate da tempo in Tribunale ed in via di definizione, 2 indagini patrimoniali richieste dal Questore alla Guardia di Finanza, per un valore di oltre 4.000.000 euro, 1 accertamenti in corso per applicazione della misura di prevenzione prevista dall’art.34 codice antimafia.

L’odierna misura di prevenzione, la cui esecuzione risulta essere una assoluta novità per questa provincia, si va ad inserire nel solco della già riferita  azione sinergica e di sistema in atto di tutte le componenti dello Stato, basata su strumenti normativi ben precisi applicati in modo coordinato, intesa a  dare corpo a un risanamento non solo della macchina amministrativa, ma anche di quelle situazioni che rappresentavano la chiara  manifestazione di un controllo da parte di soggetti ritenuti contigui a realtà criminali. Anche su questo nuovo fronte, l’impegno della Questura di Foggia sarà massimo ed il monitoraggio delle aziende della provincia costante, col fine precipuo di tutelare la sicurezza pubblica nella sua declinazione di libero e corretto esercizio di attività imprenditoriali.

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