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Cronaca

Botta e risposta tra sigle studentesche: “Non c’è stata nessuna aggressione neofascista”

La risposta di Alessandro Lorusso, responsabile provinciale di 'Lotta Studentesca', Stefano Infante, coordinatore dell'Unione degli studenti di Foggia, che aveva denunciato un'aggressione neofascista davanti al 'Lanza'

Alessandro Lorusso, responsabile provinciale di ‘Lotte Studentesca’ respinge le accuse di una “fantomatica” aggressione neofascista che sarebbe avvenuta nei pressi del ‘Lanza’ di Foggia denunciata ieri dagli studenti dell’UDS.

LS contesta la dinamica degli eventi raccontata da Stefano Infante, coordinatore dell’Unione degli studenti di Foggia: “Abbiamo distribuito gli statuti degli studenti e delle studentesse e volantini nelle scuole per costruire un percorso capace di intercettare i nuovi bisogni della nostra generazione. Ad accoglierci all’esterno del Liceo Classico 'Lanza' vi erano esponenti di associazioni neofasciste che ci hanno aggrediti fisicamente provando a negarci la possibilità di distribuire volantini ed affiggere lo striscione all’esterno della scuola, tentando persino di trafugarlo”.

Questo invece il racconto di Lorusso: “Mentre cercavamo di esporre il nostro striscione un paio di nostri militanti sono stati circuiti e qualcun di loro, in preda ad un ingiustificato isterismo, si è aggrappato anche alle braccia dei nostri studenti, urlando frasi sconnesse e senza senso”

Prosegue il coordinatore di Lotta Studentesca: “Quando ci siamo resi conto che avevamo di fronte ragazzetti isterici che urlavano senza motivo, abbiamo addirittura deciso di spostarci di qualche metro srotolando lo striscione davanti al Poerio. E invece ci ritroviamo per tutta risposta  e nonostante il nostro senso di responsabilità, su tutti i mass media etichettati come dei violenti, cosa evidentemente e palesemente falsa”.

IL MESSAGGIO DEL SINDACO AGLI STUDENTI

E aggiunge: “In altri contesti o  a parti invertite le deliranti dichiarazioni dei rappresentanti dell’UDS avrebbero meritato una querela per diffamazione aggravata, ma noi non lo faremo. Ci rattrista però questo voler creare un caso che non ha motivo di esistere, perché poi?”

Conclude Alessandro Lorusso: “Per un titolo sui mass media, per coprire i propri fallimenti certificati di numero di adesioni? Per poter organizzare magari una mobilitazione antifascista che poi puntualmente non si tradurrà in adesioni nell’UDS ma che finirà nello spazio di un mattino? Questi comportamenti denotano un infantilismo esasperato, e screditano la loro stessa organizzazione agli occhi dei propri militanti (ammesso ne sia rimasto qualcuno)”.

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