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Cronaca Cerignola

Picchiato selvaggiamente dal branco, Giuseppe finisce in ospedale. Lo sdegno del sindaco: "Gente che ha visto e non parla"

Dopo l'aggressione subita a Canosa di Puglia, Giuseppe, cerignolano, è ricoverato a Barletta. Il sindaco Morra lo ha raggiunto per porgergli le scuse della cittadinanza. Interviene anche l'Ordine degli Psicologi della Puglia

E' ancora ricoverato all'ospedale Dimiccoli di Barletta Giuseppe Balzano, il giovane cerignolano aggredito a Canosa di Puglia lo scorso primo agosto, quando è stato picchiato selvaggiamente nell’area Luna Park dopo essersi 'lanciato' in aiuto al fratello, a cui avevano tentato di rubare il cellulare. Mentre la gente festeggiava sulle giostre, Giuseppe veniva aggredito con calci e pugni da un branco di oltre dieci ragazzi, finendo in ospedale. Il ragazzo, che tra l’altro ha una disabilità uditiva, era da solo. Solo l’intervento dei vigilanti della Vegapol ha sventato il peggio: le guardie giurate hanno fatto da scudo sul corpo riverso a terra.

 Saranno le indagini dei poliziotti a dare un volto agli autori del pestaggio. A porgergli le scuse personalmente in ospedale il sindaco di Canosa di Puglia, a  nome di tutta la cittadinanza. “Mi chiedo che razza di uomini sono quelli che si avventano contro un ragazzo solo, per giunta con una ridotta capacità uditiva, picchiandolo selvaggiamente” ha affermato Roberto Morra all'agenzia Dire. Il primo cittadino ha espresso profondo sdegno anche per “tutte le persone che hanno assistito alla scena senza intervenire. Non mi stupirei se qualcuno dei presenti abbia ripreso la scena: qualora così fosse, lo invito a consegnare il filmato alle forze dell'ordine". "Mi aspetto che tutti i canosini presenti al vergognoso episodio collaborino con gli inquirenti per assicurare un minimo di giustizia - chiede Morra - Ci sono poche persone, delinquenti a piede libero che hanno un nome e cognome: occorre isolarli, denunciarli e avviarli alla rieducazione". 

Sulla vicenda interviene anche l’Ordine degli psicologi di Puglia: “Il brutto episodio di Canosa di Puglia riporta di attualità fenomeni che purtroppo ci troviamo spesso ad analizzare: il bullismo, l'aggressivitàà del branco, la violenza e la discriminazione nei confronti di persone​ divers-abili. Come spesso ci troviamo a ribadire, si tratta di fenomeni sempre più diffusi per i quali noi adulti dovremmo riflettere​ in merito alla mancanza di limiti, di interiorizzazione delle regole e di modelli idi riferimento che educhino al rispetto per il prossimo”. E’ quanto sottolinea Antonio Di Gioia. “Prendersela con il più debole, specie quando si è in branco, è soprattutto un atto di violenza, di mancanza di rispetto dell'alterità”, prosegue il presidente degli psicologi pugliesi. “In questo caso se la sono presa con lui perché ha tentato di reagire, ha provato a difendere il fratello a cui volevano rubare il telefono. Ci troviamo dinanzi ad atti di prevaricazione, di​ violenza non solo rivolti alle vittime, ma anche a chi si trova, anche inconsapevolmente, a fare da spettatore. Giuseppe ha reagito, non ha accettato il torto subito dal fratello. E ne ha subito le conseguenze. Ha dimostrato coraggio, ha dimostrato amore, ha fatto quello che andava fatto. A lungo porterà dentro di sé, ancor più che fuori, le conseguenze dell’aggressione subita. Per questo va certamente aiutato. Facendogli però comprendere che il suo gesto, la sua reazione, valgono molto più di mille parole e per questo deve sentirsi orgoglioso. Ora, come giustamente sottolineato dal sindaco di Canosa, auguriamoci che altri trovino lo stesso coraggio e aiutino le forze dell’ordine a rendere giustizia a Giuseppe. Perché a trionfare deve essere l’amore e non la violenza”. “Il sindaco ha ragione anche quando parla di rieducazione”, aggiunge Geremia Capriuoli, consigliere dell’Ordine degli Psicologi. “E’ una parola chiave, esattamente come prevenzione. Occorre intervenire con azioni, percorsi di educazione alla relazione socio-affettiva in tutti i contesti di aggregazione, organizzare momenti di incontro con i ragazzi e non solo negli istituti scolastici”. "È necessario coinvolgere gli adulti attraverso percorsi di sostegno alla genitorialità"  prosegue Geremia Capriuoli, "per aiutare i genitori ad educare i ragazzi al rispetto dell'altro e a costruire relazioni sociali corrette”.

A questo proposito l’Ordine degli Psicologi ribadisce per l’ennesima volta che “sono indispensabili gli psicologi nelle scuole di ogni ordine e grado, nei Comuni”. “Siamo pronti a dare il nostro contributo e intervenire non solo nel percorso riabilitativo, ma soprattutto nella prevenzione del fenomeno, prevenire intervenendo nei processi di socializzazione, nei gruppi, nella formazione dei docenti, nel sostegno alla genitorialità”, conclude il presidente Di Gioia.

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