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Una panchina per due

Una panchina per due

A cura di Leonardo De Santis

Idee pazze impazzano

Contributo del blog 'Una panchina per due' di Leonardo De Santis

Si fa un gran parlare dell’attività dei politici cittadini, delle funzioni dei consiglieri comunali e dei famigerati gettoni di presenza. Affinché si fughi ogni possibile tentativo di strumentalizzazione, ricordo che durante l’amministrazione Ciliberti il numero massimo delle sedute di commissione passarono da 22 a 17 mensili. Successivamente, grazie ad un ordine del giorno presentato dal sottoscritto e successivamente appoggiato dal consigliere Sisbarra, la commissione regolamenti licenziò un’ulteriore riduzione delle ore previste per tale attività portando ad un risparmio di oltre il 50%.

Però adesso basta, vanno affermati alcuni principi di diritto: la politica non può essere appannaggio solo dei ricchi o di chi ricco è diventato a furia d’incarichi politici. La politica deve avere i suoi modi ed i suoi tempi per essere espletata; in sintesi tutti vogliamo che i rappresentanti istituzionali svolgano il loro compito di consiglieri e per farlo hanno bisogno di tempo. Il politico non è prodotto, costituito o rimosso dalla politica, ma la costituisce, quindi in un certo senso la precede. Ne deduco che se il nostro populismo toglie al politico gli strumenti per operare, fa in fondo un’operazione atta a ridurne la funzione democratica.

Attualmente si respira una grossa crisi dei valori che i politici dovrebbero incarnare e conseguentemente il popolo vive una crisi d’identità, non scevra da pericolose derive di un nuovo totalitarismo che non incarna più l’icona di un uomo solo al comando, ma riesce a dare la fittizia impressione che governi la gente tramite la rete o tramite la piazza.

Non se ne può più di ascoltare gli "a mia insaputa" del mondo politico-istituzionale. Si percepisce forte il senso di una maldestra giustificazione; il nostro compito dovrebbe essere quello di fornire tutti i mezzi necessari affinché quei "non sapevamo" - che sono molto più spesso dei "facevamo finta di non sapere" - non abbiano più ragione d’esistere e per questo, mi ripeto: c’è bisogno di tempo. Abbiamo bisogno di gente che s’impegni e posso affermare che non c'è solo la collusione ad avvelenare i pozzi del tessuto politico, c'è anche l'ignavia. Quelli che direttamente non si sporcano le mani, ma si girano dall'altra parte.

Concludendo, credo che la battaglia sui costi della politica in città è stata sicuramente vinta, il resto è un attacco alla democrazia da parte di chi ha le competenze per capirne i meccanismi, gli altri non sanno quel che dicono, ma perdonarli sarebbe pernicioso

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