rotate-mobile
Tutto il mondo è foggiano

Tutto il mondo è foggiano

A cura di Massimiliano Nardella

Matteo Difonte, il cooperante di Lucera che lavora in Africa al test e trattamento dell’Hiv/Aids

Prossimo alla seconda laurea, Matteo Di Fonte si racconta a ‘Tutto il mondo è foggiano’. “Sarò da solo per molto tempo in un posto isolato, ma in Africa si crea facilmente comunità”

Ci sono esperienze che ci cambiano, sviluppano scenari e prospettive di vita diversi dalle nostre intenzioni, particolari coincidenze, ruoli e lavori al servizio dei più bisognosi. Ci sono persone che operano in contesti drammatici, lontano dai riflettori, dalla scena. Luoghi difficili, angusti, scomodi. Posti che non godono dell’attenzione che meriterebbero, luoghi della disperazione dove nonostante tutto c’è un forte senso di comunità, ci sono persone umili e disposte a farsi in quattro pur di aiutare il prossimo.

C’è chi in quei posti ci è andato e ritornato, per una causa importante. Matteo Difonte, 27enne di Lucera, lavora infatti per ‘Medici con l’Africa Cuamm’ all’interno di un progetto innovativo di test e trattamento immediato dell’Hiv/Aids, in Tanzania, precisamente nella regione di Shinyanga. E’ lì da un mese e ci resterà almeno fino a settembre.

Laureato in Scienze Politiche e prossimo alla laurea in Lingue e Culture Orientali e Africane, il cooperante di Lucera non è nuovo a questo tipo di esperienze; ha già alle spalle un mese in Mozambico, mentre in Tanzania aveva già svolto l’attività di coordinatore di un progetto di lotta alla malnutrizione. Difonte è anche l’unico volontario espatriato con uno staff di soli tanzaniani ed è responsabile del coordinamento delle attività del dispensario per sensibilizzare, fare test e mettere in trattamento le persone contro l’Hiv/Aids.

Un tassello di un importante progetto di test and treat dell’Hiv/Aids in una delle zone più povere del paese, in cui 1 milione 400mila persone sono affette dal virus e in cui, in cinque anni, attraverso la creazione di una rete capillare di centri di salute e gruppi di aiuto comunitari sul territorio, Medici con l’Africa Cuamm punta a sottoporre al test per l’HIV 300mila persone e metterne in trattamento 20mila sieropositive.

Spiega Matteo Difonte: “Sono da solo in un posto isolato ma sono abituato alle sfide. Parlo arabo, farsi, somalo e kiswali: lo studio delle lingue mi agevola molto nel conoscere le persone e tentare di integrarmi e poi penso di essere una persona che si adatta molto facilmente! In Tanzania poi le persone sono molto amichevoli, c’è una naturale tendenza a costruire comunità in Africa, ad accogliere: non ti senti mai solo. In più il progetto del Cuamm, che vuole tentare un approccio innovativo nella lotta all’Hiv in Tanzania, affronta per me temi sanitari completamente nuovi, quindi tutto è molto stimolante”.

A FoggiaToday il ventisettenne lucerino rivela di aver rinunciato a un po’ di cose e di aver messo da parte i soldi necessari per approfondire gli studi e toccare con mano la realtà della cooperazione internazionale. Fu così che Difonte, fresco laureato in Scienze Politiche, volò per la prima volta in Mozambico. Poi, al suo rientro, si iscrisse all’università ‘L’orientale’ per alimentare il sogno di diventare mediatore in conflitti internazionali.

Dopo aver collaborato a Napoli con la ONG ‘Mani Tese’ e dopo ulteriori approfondimenti su malnutrizione, sicurezza e sovranità alimentare, il cooperante ha partecipato al bando CEFA del servizio civile, vale a dire a un progetto di malnutrizione attraverso la distribuzione del latte nelle scuole: “Lo presi come un segno del destino, dal momento che mio nonno era il lattaio di Lucera”.

Affascinato dal progetto CUAMM, oggi il cooperante lucerino è il Regional project assistant e aiuta il project manager nella gestione di un progetto molto importante di test e trattamento di pazienti con hiv. “E' un progetto sperimentale, quindi quello che dovrò fare non è ben definibile ma diciamo che il mio ruolo è di agevolare i medici e seguire i test team al fine di raggiungere l'obiettivo di 300mila test e 20mila trattamenti di soggetti sieropositivi”

Ma l’Africa com’è? “Qui non mi sono mai sentito "diverso". Mangio, parlo ed esco con loro. Inoltre, se c'è un problema, sono sempre disposti ad aiutarti. Non mi hanno mai cacciato o fatto del male. Questo dovrebbe far riflettere sul nostro concetto di rapportarsi allo straniero”.

Si parla di

Matteo Difonte, il cooperante di Lucera che lavora in Africa al test e trattamento dell’Hiv/Aids

FoggiaToday è in caricamento