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Il dramma di Viale Giotto, una ferita sempre aperta: "Persi la mia famiglia, da adolescente diventai adulta in pochi minuti"

In sala consiliare la commemorazione delle 67 vittime. Tra i presenti anche Giovanna Zezza, che nel crollo perse i genitori e il fratello

Una tragedia che resterà indelebile nel cuore dei foggiani, come i bombardamenti del '43, come il disastroso sisma del 1731. Nel 20esimo anniversario del crollo di viale Giotto, le 67 vittime sono state ricordate anche nella sala consiliare del comune di Foggia. Numerose le testimonianze, da quelle del presidente del consiglio comunale Iaccarino (di turno come vigile del fuoco) e del sindaco Landella ("come operatore sanitario del dipartimento di prevenzione dell'Asl, mi trovai costretto a chiamare i parenti delle vittime per il loro riconoscimento") passando per quella dell'allora sindaco Agostinacchio.

Presenti anche i parenti delle vittime, come Giovanna Zezza, che quel maledetto 11 novembre ha perso un'intera famiglia, sua mamma, suo padre e suo fratello. "È una ferita sempre aperta, che ti dà dolore quando la tocchi in certi momenti come in questo periodo o a Natale", racconta a FoggiaToday. "Quel giorno ero fuori, studiavo medicina. Ma avevo avuto come dei segni premonitori. Proprio quella notte sognai delle persone che si buttavano dal mio palazzo. E c'era un numero che mi tornava sempre in mente, il 67, al quale riuscii a dare una spiegazione solo dopo la tragedia. È brutto, perché sei cotretta a crescere in fretta. Da adolescente ti ritrovi donna nel giro di pochi minuti dopo che hai perso tutto".

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