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La rinascita possibile del quartiere ferrovia. Giovanna ci abita, ci crede e progetta il futuro: "Qui grande potenziale"

Maria Giovanna De Pascale, 27enne foggiana, si è laureata al Politecnico di Bari in Ingegneria dei sistemi edilizi con una tesi incentrata sullo sviluppo del controverso quartiere ferrovia: "Qui le nostre radici da tre generazioni"

In quella tesi di laurea c’è il suo passato e il suo futuro. Tutto racchiuso in quel controverso spicchio di città - il ‘quartiere ferrovia’ - area centrale eppure di confine, sede di emergenze vecchie e nuove. Nel suo lavoro di laurea, la 27enne foggiana Maria Giovanna De Pascale ha riposto tutte le sue energie, speranze, idee e propositi migliori. E poco importa se i festeggiamenti per il ‘sudato’ titolo magistrale in Ingegneria dei sistemi edilizi, conseguito lo scorso 11 giugno, al Politecnico di Bari, siano stati smorzati dall’emergenza Covid19.

Maria Giovanna è nata e cresciuta al quartiere ferrovia. Così come i suoi genitori e i suoi nonni. Il suo cognome, infatti, racconta una pagina della storia di Foggia, quando quell’area, oggi abbandonata e degradata, era il centro del commercio, del passeggio, della vita sociale. Per questo, seguita dalla relatrice, la professoressa Valeria Monno, ha voluto dedicare la sua tesi in ‘Ingegneria del territorio e rigenerazione urbana’ alla valorizzazione sostenibile della sede delle sue radici. E quindi al suo futuro.

“Io e la mia famiglia viviamo nel quartiere ferrovia da sempre”, spiega Maria Giovanna. “Sono almeno tre le generazioni De Pascale che continuano a vivere e lavorare qui. E a crederci, nonostante tutto”. Ovvero, nonostante il lento ma inesorabile declino della zona, nonostante la realtà fosse sempre più distante e diversa da quella Foggia ritratta nelle foto di famiglia. “In questo lavoro ho unito la mia passione per l’urbanistica (scoperta durante gli anni dell’università) all’amore per la mia città. Devo ringraziare la mia relatrice che ha creduto in questo progetto e mi ha dato carta bianca nel portare avanti il lavoro”.

Così sono iniziate le ricerche preliminari all’interno dell’ufficio tecnico del Comune di Foggia per reperire tutti i dati e le informazioni necessarie per avviare il lavoro e 'studiare' il quartiere: dai motivi dell’involuzione alle possibilità di evoluzione. “Dati alla mano, ho immaginato alcuni possibili scenari analizzando i vuoti, le carenze, le problematiche. E subito è balzato agli occhi quello che, a mio avviso, è il problema principale: il grave isolamento del quartiere, che si nota anche visivamente guardando una piantina della città. C’è, infatti, una interposizione di due assi viari molto importanti -  via Conte Appiano e viale della Repubblica - che isolano profondamente il quartiere. Questo, insieme ad altre problematiche di natura sociale, hanno portato alla degenerazione dell’area".

Quindi la parte propositiva del lavoro: “Ho elaborato degli scenari che potessero ridare vita al quartiere, come la realizzazioni di assi verdi che possano favorire e incentivare il passeggio, ingentilendolo anche architettonicamente e creando un percorso che porti il cittadino anche in questa zona”. Tutto in proiezione del futuro: “Ora abbiamo la stazione e il nodo intermodale, successivamente avremo lo slow park, c’è un grande potenziale in questo quartiere - è convinta Maria Giovanna - va soltanto creata una ‘maglia’ migliore che consenta di attraversarlo e portarlo a ri-vivere”. Insomma il bello chiama il bello, “allontana il degrado e riattiva l’economia. Bisogna creare dei luoghi che funzionino da attrattori; realizzando questi spazi, dei cosiddetti luoghi di innesco, automaticamente scatteranno meccanismi di miglioramento che andranno ad incidere sulla qualità della vita”.

Entrando nel dettaglio, lo studio dimostra le potenzialità del modello di ’adattabilità' come insieme delle cinque dimensioni (capacità amministrative, connessione, sostenibilità, socializzazione e riutilizzazione) nel definire strategie di rigenerazione ai fini dello sviluppo sostenibile nel ‘quartiere ferrovia’. “A livello progettuale credo molto nel meccanismo della partecipazione e per questo non mi sono limitata a redigere un solo progetto ma un paio di ipotesi progettuali che hanno come comune denominatore la connessione sostenibile del quartiere con assi verdi, ztl, rivalutazione dei cortili condominiali, e che possono rappresentare un punto di partenza per una trasformazione condivisa con la cittadinanza”.

La prima ipotesi è più ‘leggera’ e prevede una zona a traffico limitato che connette l’area pedonale di piazza Giordano con il Nodo intermodale e il futuro 'Slow Park' tramite via Santa Maria della Neve e via Fiume, ovviando all’isolamento fisico caratterizzato dall’interposizione di via della Repubblica e via Conte Appiano; prevede inoltre la realizzazione di altre due Ztl su via Podgora e via Bainsizza e tutti gli interventi sono accompagnati dall’implementazione dell’illuminazione, rifacimento di marciapiedi e strade per rendere fisicamente gradevole e invitante la permanenza. La seconda ipotesi è più ‘complessa’ e prevede la realizzazione del proseguimento di viale Manfredi fino a connetterlo con via Scillitani, creando un nuovo asse stradale che rende possibile creare un’area pedonale attrezzata su viale XXIV Maggio. Tale area potrebbe sempre essere attraversata trasversalmente, come avviene per via Sparano, a Bari.

Il suo progetto è stato apprezzato anche dal sindaco di Foggia, Franco Landella, che ha voluto premiare l’impegno della giovane foggiana per una Foggia migliore. “Sono molto contenta dell’entusiasmo che si è creato attorno a questo mio lavoro, sia a Foggia ma anche all’interno del Politecnico: hanno riconosciuto la valenza del nostro territorio e le sue potenzialità ancora inespresse”, ha spiegato soddisfatta la neodottoressa. Se ha mai avuto ripensamenti sul suo futuro in quel quartiere? La risposta è secca: “Mai. Perché lì ci sono le mie radici e poi perché ne ho sempre apprezzato la logistica: ho la ferrovia a due minuti (ho studiato a Bari da pendolare e questa vicinanza mi è tornata utilissima!), ho il centro a due passi e tutti i servizi a portata di mano. Diciamo che so cogliere i lati positivi, oltre alle tante ombre”.

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