Contro il freddo resta aperto il dormitorio di Sant'Alfonso: vi hanno trovato riparo in 580 tra foggiani e migranti
Un “Piano di Emergenza Freddo” nato dal basso che, grazie al coinvolgimento di una rete di realtà associative, consentirà di tenere aperto il dormitorio anche nei mesi invernali, fino a giugno 2019
Il dormitorio di Sant’Alfonso de’ Liguori era nato cinque anni fa per incrementare il numero dei posti letto in città a disposizione delle persone senza fissa dimora nei mesi più freddi dell’anno, mentre ormai – insieme all’incredibile lavoro svolto dalla parrocchia di Gesù e Maria – è rimasta di fatto l’unica struttura che garantisce un’accoglienza notturna per i poveri. Quando arrivano al dormitorio gli ospiti possono disporre, oltre che del letto e di un comodino, di acqua da bere, della possibilità di fare la doccia, dei riscaldamenti, della colazione la mattina. Non va dimenticato che, grazie all’aiuto dei volontari parrocchiani, viene garantito anche il cambio delle lenzuola e delle coperte per ogni nuovo ospite, e l’attivazione di uno spazio per consegnare indumenti a chi ne ha bisogno.
Pertanto risulta di fondamentale importanza, oggi più che mai, riuscire a sostenere l’apertura del dormitorio di Sant’Alfonso. "In questi anni, siamo riusciti a garantire una dignitosa accoglienza dei senza fissa dimora della nostra città, a fronteggiare l’emergenza freddo nei mesi invernali e, allo stesso tempo, a prevenire episodi di insicurezza e disordine pubblico spesso provocati da chi vive ai margini e per strada, in quanto soggetti più fragili da un punto di vista sociale e psicologico - continua l'associazione-. Per questo, insieme a padre Martella ringraziamo di vero cuore la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia e la Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus perché continuano a credere nell’importanza di garantire la dignità umana, nella necessità di accogliere chi ha bisogno, nella bellezza dell’incontro con l’altro. Un grazie sincero anche all’Ataf di Foggia che garantisce il servizio di trasporto dei poveri dal terminal della stazione al dormitorio di Sant’Alfonso. E soprattutto grazie a padre Martella che continua a testimoniare con le sue azioni il volto accogliente, solidale e premuroso della Chiesa".