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Dati sui contagiati "occultati". Manfredonia non sa ma vuole sapere: "Quanti sono e come hanno contratto il virus?"

Zona amaranto da 21 a 50 casa per Manfredonia. La nota di Cittadinanza Attiva rappresentata dall'avvocato Eleonora Pellico e del Tribunale dei Diritti del Malato per contro dell'avvocato Pasquale Pietro Aulisa

Manfredonia non conosce il numero dei pazienti positivi al Coronavirus. Sa soltanto che i casi oscillano tra i 21 e i 50, fascia amaranto del bollettino epidemiologico della Regione Puglia. 

Ancora una volta Cittadinanzattiva e Tribunale dei Diritti del Malato lamentano "il palese occultamente dei numeri". E puntano il dito contro gli organi preposti e la Asl: "Stanno mettendo in atto una condotta sconcertante e aberrante, deplorevole per molti motivi, nel continuare a non informare la popolazione di Manfredonia. Non vogliamo arrivare a pensare che sia fatto di proposito, sebbene il trattamento subìto in questi anni sul piano sanitario e della tutela della salute sipontina induca a pensare proprio ad una precisa volontà, quantomeno di disinteresse"

Denunciano "l'altelena delle cifre" e "una comunicazione dei dati a singhiozzo".  "a giorni assistiamo ad un costante aumento dei casi di positività (sempre quelli che è dato sapere) ma senza la minima spiegazione sulla cosiddetta ‘catena del contagio’. È uno stillicidio" tuonano l'avvocato Eleonora Pellico e il collega Pasquale Pietro Aulisa, che precisano: "Non ci interessa sapere, ovviamente, chi siano i contagiati, ma come si sono contagiati, questa sì è informazione importante. Ci sono focolai nella città di Manfredonia che giustifichino l’aumento dei casi? Pensiamo di no, ma possiamo avere degli organi preposti una conferma chiara e decisa, poiché, come riporta la stampa, il numero dei contagiati è cresciuto di sei unità in soli 3 giorni (dall’11 al 14 aprile)? Quali sono i dati reali e, soprattutto, perché i cittadini non devono conoscerli? Ai nostri occhi la risposta è ovvia, di sicuro non occorre il parere di un esperto per giungere a tale conclusione"

Cittadinanzattiva e Tribunale per i Diritti del Malato avevano già lanciato un appello alla commissione straordinaria del Comune di Manfredonia, affinché potesse tutelare e fornire informazioni esatte e veritiere ai cittadini, "ma ormai è chiaro che tutti in città subiscono questa situazione di assoluta incertezza numerica, causata da una catena informativa che ad un certo punto si inceppa" sottolineano. 

Pellico e Aulisa proseguono: "La Regione Puglia si occupa di redigere il bollettino epidemiologico giornaliero, sulla base dei dati provenienti dalle singole province. Per quanto riguarda la provincia di Foggia, gli ospedali Covid-19 sono due: il Policlinico Riuniti di Foggia e l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (subentrato dopo la comunicazione della rete Covid regionale). I nosocomi comunicano i dati direttamente all’Asl. Pertanto il dottor Vitangelo Dattoli, direttore generale OO.RR. e responsabile del coordinamento ospedaliero provinciale per l’emergenza Covid-19, li acquisisce e li invia poi in Prefettura, che trasmette ai C.O.C. dei singoli comuni, per la diffusione informativa tramite i canali istituzionali"

Quindi, aggiungono, "se la procedura è questa, chi impedisce che i dati siano divulgati? Gli ospedali? Il direttore generale dell’Asl, dottor Vito Piazzolla? Il coordinatore pspedaliero provinciale Covid, dottor Dattoli? Non possiamo credere che sia ‘colpa’ della Prefettura o della Regione, poiché a quel punto davvero saremmo in un paradosso. Pertanto l’Asl faccia una buona volta chiarezza: perché i dati di Manfredonia non sono comunicati? Perché da giorni ormai non vengono aggiornati? Come è la reale situazione? Si vogliono evitare allarmismi?"

E ancora, "a nome di tutta la comunità di Manfredonia vogliamo delle risposte, perché la situazione è già allarmante: non fornire i dati sui contagi può comportare che la popolazione possa travisare e interpretare male la realtà, sottostimando il pericolo. Questo si deduce vedendo che ci sono frequenti assembramenti, che le persone non indossano alcun dispositivo di protezione individuale, leggendo le continue banalizzazioni che vengono scritte e dette: da “è solo una montatura” a “i casi sono pochi, non c’è pericolo”."

Cittadinanza Attiva e  Tribunale dei diritti del Malato tuonano: "Non abbiamo bisogno di rassicurazioni, abbiamo bisogno di avere piena contezza del problema. Questo vale per tutti, ma ci sia consentito dire che vale doppiamente per la popolazione di Manfredonia, già penalizzata dall’assenza di un ospedale che negli ultimi anni è stato depotenziato e reso, di fatto, inutilizzabile, per la maggior parte delle patologie".

E conclusono: "Ai cittadini va data la possibilità non di ammalarsi, ma di potersi curare. E questo, da parte delle autorità sanitarie, è un dovere, è una responsabilità"

                                                                 

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